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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Interrogato il ristoratore Roberto Zanini. Chiesta la revoca degli arresti domiciliari

Il gestore del ristorante in Piazza Brà l'Ippopotamo, accusato negli scorsi giorni di maltrattamenti dei dipendenti ed evasione fiscale, è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia

Si è concluso l'interrogatorio di garanzia per l'accusato Roberto Zanini, il gestore del ristorante di Piazza Brà l'Ippopotamo, finito all'ordine della cronaca per presunti maltrattamenti nei confronti dei dipendenti e una maxi evasione fiscale. Un'ora circa di colloquio, durante la quale i difensori di Zanini hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliare disposti inizialmente. La documentazione fornita dall'accusato in sede di colloquio, tenderebbere a svalutare l'ipotesi di reato più grave, quella cioè della maxi evasione fiscale di circa un milione di euro.

L'indagine dei Carabinieri dell'Ispettorato del lavoro era partita dalle segnalazioni ripetute da parte di dipendenti, ma era poi proseguita lungo l'asse delle irregolarità fiscali negli anni dal 2008 al 2012. Come riporta l'Arena, in merito alla contestazione mossa dal pm Labia per presunti maltrattamenti dei lavoratori "non sussitono gravi indizi", mentre furono riscontrate effettive irregolarità nella dichiarazione dei redditi del 2013. Dopo il controllo da parte dei finanzieri nel locale, fu stipulato tra i legali dello Zanini e l'Agenzia delle Entrate un accordo per rateizzare il saldo dell'importo non regolarmente versato. Il gestore del ristorante l'Ippopotamo, avrebbe dovuto pagare per oltre due anni, ogni due mesi, un'importo stabilito fino all'estinzione del debito. E così pare sia avvenuto sia a marzo che nel mese di luglio, per i versamenti delle prime due rate.

Stando alla linea difensiva, questa sarebbe la dimostrazione che l'accordo era effettivamente operativo, motivando così la richiesta di revoca della custodia cautelare, giustificata soltanto dall'eventuale ipotesi di reiterazione del reato o dal possibilie inquinamento della prove. Il gip Caccamo al termine dell'udienza non si è voluto pronunciare in merito, trasmettendo il materiale fornito dagli avvocati difensori al pm Labia. Per conoscere il responso, sarà necessario attendere dunque i prossimi giorni. 

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