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Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Tra gennaio e maggio in Veneto quasi 2 morti sul lavoro ogni settimana. Verona maglia nera, 8 decessi in 5 mesi

Sono i numeri divulgati dall’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre: «Aumentano anche le denunce di infortunio, +43,2% rispetto al 2021»

«Da gennaio a maggio 2022 sono 38 le vittime sul lavoro in Veneto: 28 decedute “in occasione di lavoro”, e 10 “in itinere”, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno erano 35 in totale. Tre vittime in più del 2021. Così l’emergenza cresce in regione. E il Veneto rimane al secondo posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro. Sono 268 in tutto il Paese. È quanto emerge dai dati dell'dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre. Il Veneto, dunque, «si mantiene purtroppo ancorato alla zona arancione» nella mappatura dell’Osservatorio.

«Approdare in zona arancione è un risultato assai sconfortante. Significa che il rischio di mortalità sul lavoro, cioè il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa, è più che preoccupante, superiore alla media nazionale - spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre - anche perché il Veneto così non fa altro che avvicinarsi alla zona rossa. Tra l’altro è opportuno precisare che in questi numeri sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per Covid. Nel primo quadrimestre del 2021 erano 13 su 26. Nel 2022 1 su 27. Ciò fa concludere che gli infortuni mortali accaduti durante il lavoro, esclusi i casi Covid, sono aumentati ancor di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E sono addirittura aumentati rispetto ai primi cinque mesi del 2019, pre-pandemia, quando erano 31, contro i 38 di quest’anno. Si tratta di una drammatica inversione di tendenza, soprattutto considerando che il Veneto negli ultimi 4 anni aveva incidenze di mortalità che lo collocavano sempre tra la zona bianca e la zona gialla, e quindi tra le regioni più virtuose a minor rischio di mortalità».

«L’indice di incidenza della mortalità è lo strumento di indagine più efficace per spiegare l’emergenza in tutte le regioni mese dopo mese – sottolinea ancora il presidente dell’Osservatorio mestrino – perché è proprio il rapporto tra numero di infortuni e popolazione lavorativa che riesce a decretare il livello di sicurezza dei lavoratori». Per agevolare la lettura dei dati, l’Osservatorio mestrino ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro, dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica. La zona arancione, quella in cui rientra il Veneto, è la fascia che - dopo la rossa - raggruppa le «Regioni con l’incidenza tra le più alte per gli infortuni mortali sul lavoro e dunque superiore alla media nazionale».

Da gennaio a maggio 2022, si legge infatti nella nota dell'Osservatorio, il Veneto «ha un’incidenza infortunistica di 13,5, compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale, che si attesta a 11,9 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati». È Rovigo la provincia veneta «in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 32,3 contro una media regionale di 13,5)». Seguono Belluno (23,3), Verona (19,8), Vicenza (18,7), Venezia (17,2), Padova e Treviso (2,6),

Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro nei primi cinque mesi del 2022 sono 28 e vengono rilevati in provincia di Verona (8), Vicenza (7), Venezia (6), Rovigo (3), Belluno (2), Padova e Treviso (1). Nei primi cinque mesi dell’anno «crescono del 43,2% le denunce di infortunio totali: erano 27.177 a fine maggio 2021, sono 38.936 nel 2022. Sanità, attività manifatturiere e trasporti sono i settori più colpiti». Alla provincia di Treviso la maglia nera in Regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 7.775. Seguono Vicenza (7.692), Verona (7.168), Venezia (7.164), Padova (6.102), Belluno (1.592) e Rovigo (1.443). Infine sono 16.784 le denunce delle donne lavoratrici e 22.152 quelle degli uomini.

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