Sicurezza sul lavoro, Cgil, Cisl e Uil: «Valore della persona sia messo al centro»
Dopo il doppio grave infortunio alle Cantine Pasqua, Tornieri, Veghini e Marchini annunciano «assemblee in tutti i luoghi di lavoro attivando una grande mobilitazione» per ridurre le morti bianche
Un operaio in fin di vita ed un collega in gravi condizioni. Il doppio incidente sul lavoro avvenuto ieri, 2 settembre, alle Cantine Pasqua di Verona ha aumentato la stanchezza e al tempo stesso la rabbia dei sindacati veronesi. I segretari locali di Cgil, Cisl e Uil non vorrebbero più sentire notizie di morti o di infortuni sul posto di lavoro, in particolare di quelli che hanno dinamiche prevedibili e quindi evitabili. «A Verona e su tutto il territorio nazionale è emergenza - hanno dichiarato Francesca Tornieri di Cgil, Giampaolo Veghini di Cisl e Barbara Marchini di Uil - Gli ultimi dati Inail disponibili confermano Verona prima provincia in Veneto per vite perse nei luoghi di lavoro. Il nostro territorio non solo ha 20 anni di ritardo in crescita economica ma continua a non investire nel capitale umano: i giovani scelgono di andarsene a conferma che complessivamente non si investe nelle persone, siano esse laureate o meno».
Due infortuni, quelli di ieri, avvenuti durante una campagna elettorale in cui il tema della sicurezza sul lavoro non sembra al primo posto tra le priorità individuate dai partiti e di questa mancanza i tre sindacalisti si sono lamentati. Il tema, almeno a livello locale, pare che interessi solo al prefetto Donato Cafagna, e per questo i tre maggiori sindacati del territorio hanno annunciato «assemblee in tutti i luoghi di lavoro attivando una grande mobilitazione che porti chi oggi ha ruoli di responsabilità a decidere se rimanere ancorati al passato o fare un salto nel futuro: dove il valore della persona viene messo al centro, fuori da ogni ricatto occupazionale e coinvolto in percorsi di consapevolezza su cosa sia fare prevenzione nel lavoro e nelle scuole».
«Servono investimenti, ora - ha aggiunto Veghini - Risorse per incrementare gli organici non solo degli addetti alla vigilanza ma soprattutto per coloro che possono attuare una vera politica di prevenzione. Una prevenzione fatta di formazione e di presenza costante degli Spisal nei luoghi di lavoro. Va cambiato il paradigma e copiate le migliori pratiche europee in cui gli Spisal sono a fianco delle realtà per supportare, sostenere e sanzionare solo alla fine, dove necessario».