L'arresto risale all'agosto scorso e le indagini sono ancora in fase di svolgimento, ma notizia di queste ore è la decisione del gip di Verona di concedere il ritorno a casa dell'imputata. Quest'ultima, accusata di aver somministrato senza prescrizione della morfina a un neonato che avrebbe poi avuto una grave crisi respiratoria, era già stata mandata ai domiciliari presso una comunità, mentre da martedì, come riportato dal Corriere del Veneto, ha potuto fare ritorno a Nogara.

La donna che lavorava presso l'ospedale di Borgo Roma come infermiera avrebbe, secondo l'accusa, dato della morfina al neonato nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2017. A seguito della crisi respiratoria, lei stessa avrebbe suggerito d'intervenire somministrando al piccolo del Naloxone (un farmaco utilizzato nei casi di overdose da morfina). Proprio la prontezza di questo consiglio avrebbe fatto nascere dei dubbi e da lì sarebbe nata un'indagine ospedaliera interna e si sarebbe poi giunti alla denuncia in procura e all'arresto. L'infermiera si è sempre difesa professandosi innocente e adducendo la propria esperienza quale reale motivazione alla base della scaltrezza del suo intervento. 

Al momento il processo, come già detto, è ancora in corso e in particolare si attende la relazione dei periti circa gli effetti e i relativi tempi d'azione della morfina, così come l'avanzamento delle analisi sulle cartelle cliniche degli altri neonati presenti in reparto al tempo, la cui acquisizione era stata disposta dal Pm Vitulli per valutare eventuali altri casi di sospetta somministrazione di morfina.