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Incidenti stradali Borgo Venezia / Via Marcantonio Bassetti

Uccisa da un'auto sul marciapiede, le associazioni: «L’ultima di una scia di sangue infinita»

«Chiederemo di costituirci parte civile per seguire il processo», ha annunciato Alberto Pallotti, presidente dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ODV. Mercoledì sera in via Bassetti si è invece tenuta una veglia per ricordare Madiha Rahmad

«Quello a cui stiamo assistendo è una vera e propria carneficina, che viene ignorata dalle istituzioni nonostante i nostri appelli». Così Alberto Pallotti, presidente dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ODV, interviene sul caso del terribile incidente stradale avvenuto all'alba di domenica scorsa a Verona, nella zona di Porta Vescovo. Un drammatico episodio costato la vita a Madiha Rahmad, 29enne cameriera di origine marocchina, travolta da un'auto condotta da un 26enne risultato positivo all'alcoltest
«Questa è solo l’ultima di una scia di sangue infinita - prosegue Pallotti - tragedie su tragedie, apparentemente senza una spiegazione. In realtà i colpevoli ci sono sempre. Noi lo abbiamo denunciato, a tutti livelli: commissione Trasporti, presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle assicurazioni. C’è una ripresa incredibile della strage stradale post pandemia. Ignorata dalle istituzioni. Il tavolo della sicurezza stradale veronese è fermo da anni - dice Pallotti -, le associazioni presenti non sono mai coinvolte. I progetti nelle scuole sono pochi, insufficienti, manca educazione e cultura. E questi sono i risultati. È inaccettabile che ancora oggi ci sia gente ubriaca che uccide sulle nostre strade. Una ragazza non tornerà più a casa».

Il presidente Pallotti continua: «Anche io, più di dieci anni fa, sono stato investito sulle strade veronesi da un ubriaco che poi è scappato. In quel caso la giustizia penale mi ha lasciato un profondo senso di ingiustizia. Non permetteremo che anche questa volta succeda quello che è accaduto a me, vigileremo sull'inchiesta e sull'adeguata punizione dei colpevoli. Conosco il pubblico ministero Alberto Sergi e so che è un serio inquirente. Sono convinto che farà una indagine seria e approfondita. Chiederemo di costituirci parte civile per seguire il processo. Faccio i complimenti alla polizia locale che è riuscita a identificare il fuggitivo, altrimenti avremmo avuto l'ennesima tragedia con beffa finale. La nostra associazione sarà a fianco delle famiglie coinvolte per la ricerca della verità, e non ci accontenteremo fino a quando i colpevoli non saranno puniti giustamente».

Per ricordare la giovane travolta ed uccisa da una vettura, nella serata di mercoledì si è tenuta una veglia sul luogo in cui ha avuto luogo l'incidente fatale. Conoscenti e amici di Madiha si sono raccolti per un momento di preghiera, per ricordare la 29enne e i momenti trascorsi con lei: nell'aria il disaccordo per il mancato arresto del guidatore, provvedimento non previsto per un reato colposo come quello di omicidio stradale. Il 26enne che si trovava alla guida della Volkswagen Polo, era stato fermato dalla polizia locale di Verona poco dopo il fatto: agli agenti avrebbe riferito di non essersi accorto di aver investito una persona, per poi dichiararsi pentito e pronto a «risarcire e a contribuire alle spese per il funerale, farò il possibile». L'uomo rischia una pena fino a 12 anni di carcere

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