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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Imprenditore ucciso in Venezuela, parla la figlia: "Il nemico ce l'avevamo in casa"

I famigliari di Andrea Polo sono stati messi tutti sotto scorta dalla Polizia venezuelana. Intanto la figlia dell'imprenditore 63enne freddato lunedì scorso mentre si recava al lavoro, intervistata da L'Arena, ha chiaramente fatto capire di avere un "sospettato numero uno"

Dopo l'omicidio avvenuto lunedì scorso in Venezuela, a parlare è la figlia dell'imprenditore 63enne di San Bonifacio che da 40 anni viveva e lavorava in Sud America.

La donna molto legata al padre e ora decisa a restare in Venezuela fino a quando non sarà stata fatta piena luce sul caso, è stata intervistata dal quotidiano L'Arena, facendo chiaramente capire di non avere dubbi circa l'identità del killer.

Non di una rapina si sarebbe trattato, così come le autorità venezuelane avevano inizialmente comunicato, bensì di un omicidio con movente finanziario, nello specifico si tratterebbe di una questione legata all'eredità.

Nessun parente coinvolto ad ogni modo, anzi questa persona, avrebbe persino minacciato anche la sorella della donna. Quel che la figlia si sente però sicura di affermare, è che l'autore dell'omicidio è una persona ben nota al defunto padre, niente affatto un estraneo, "il nemico l'avevamo in casa".

La giustizia dovrà ovviamente fare il suo corso, ma nel frattempo un dato di fatto innegabile è la decisione di mettere sotto scorta tutti i componenti della famiglia, essendo fondato il sospetto e il timore che il killer possa non ritenere ancora concluso il suo lavoro. I membri della famiglia sono in sostanza considerati tutti quanti ancora in pericolo di vita, ma a quanto pare sanno bene da chi si devono difendere, in attesa che la Polizia venezuelana riesca a risolvere il caso.

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