Il flop delle ronde, zero iscritti al nord
Le accuse di Idv e sindacati di polizia: Propaganda. Tosi: C tempo"
Perchè quella che sembrava la soluzione perfetta per combattere la microciminalità e riportare la sicurezza nelle città rischia invece di rimanere un fuoco di paglia, niente di più. Di questo ne è convinto Borghesi, confortato dai risultati di un’inchiesta di Affaritaliani.it: “A due mesi dal decreto che le disciplina, in nessun capoluogo di Provincia del Veneto risulta una qualche domanda di iscrizione nello speciale elenco presso le prefetture. Non parliamo del Sud – continua il dipietrista - dove la criminalità organizzata non le permette, ma è proprio il nostro territorio che manca all’appello. Nessuna domanda a Verona, dove il sindaco Tosi aveva brindato alla loro istituzione, niente di niente a Treviso, a Padova, a Rovigo, a Venezia. Insomma, un flop gigantesco”. In effetti a Verona risultano operative tre associazioni, nessuna delle quali ancora iscritta allo speciale albo istituito in Prefettura. Ma per l’iscrizione c’è comunque tempo fino al prossimo 8 febbraio. Basta questo per considerare l’istituzione delle ronde un flop? “Le ronde – continua Borghesi - erano solo propaganda. Quando si è stabilito che non potevano usare divise, nè armi, né avere affiliazioni politiche, l’entusiasmo è andato. Magari qualche gruppuscolo verrà fatto iscrivere, per evitare lo zero assoluto, ma la figuraccia c’è stata, inutile negarlo”.
E sulla stessa lunghezza d’onda sono anche i sindacati della polizia. Sentite Angelo Calvario, dell’Ugl: “Sapevamo fin dall'inizio che le ronde sarebbero state un flop, nessuno mai si prenderebbe la briga di scendere in strada, senza essere pagato, a rischiare la pelle. Sarei d'accordo, invece, all'applicazione delle ronde solo se facessero un corso nelle scuole di polizia. Normalmente dura un anno, ma per loro si può anche ridurre a qualche mese. Quella di Maroni e della Lega a mio avviso è stata, quindi, solo una manovra politica. Chiacchiere per racimolare consensi".