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Cronaca

La scienza conferma: sono i resti di San Zeno, patrono della città

Tre diverse università e un pool di esperti nel campo dell'antropologia forense per identificare l'esatta provenienza delle spoglie mortali che Verona custodisce da secoli come una reliquia

Buone notizie per la storia religiosa della città di Verona, che vede una convergenza di scienza e fede a confermare l'identità dei resti del santo patrono scaligero, per la soddisfazione di tutti i credenti della città dell'Arena.

IL COMMENTO - "Ora siamo certi che quei resti sono quelli di San Zeno". Nelle parole del vescovo Zenti la soddisfazione per l'esito dell'analisi medico-scientifica e antropologica sui resti del santo patrono di Verona. "E' stata un'avventura audace perchè poteva anche non essere San Zeno" ha spiegato monsignor Zenti. "Non potevamo essere certi dell'autenticità di quelle reliquie perchè non di rado i resti mortali sono stati alterati, modificati anche sostituitii, nel tempo. Ma ci siamo affidati alla scienza e possiamo dire che tutto riconduce all'identificazione di uno scheletro che risale a quel tempo, all'epoca in cui ha vissuto Zeno".

L'INDAGINE - Al lavoro esperti in indagini antropologiche, medico legali e di genetica forense delle Università di Verona, Bologna e del Salento. Da Franco Alberton a monsignor Fiorenzo Facchini, da Giovanna Belcastro a Franco Tagliaro, Domenico De Leo, Stefania Turrina. Un pool di esperti che con cura, ognuno nel proprio campo e in maniera indipendente, ha ottenuto risultati che si sono via via intrecciati. L'identificazione antropologica non lascia dubbi che i resti siano quelli di un uomo, l'epoca della morte è compatibile con i dati storici relativi al santo patrono, il 4° secolo, negli anni che vanno dal 372 al 380. L'età alla morte è risultata superiore ai 50 anni (si è sempre ipotizzato tra i 50 e i 60) e la statura, stimata dalla lunghezza degli arti dello scheletro, è stata stimata tra il metro e 65 e il metro e 67. Dalla tipizzazione degli alleli del dna la conferma della pigmentazione della pelle nera e una probabile origine magrebina, "Algeria o Tunisia" ha concluso il vescovo "non a caso le aree più vive del cristianesimo nell'epoca in cui visse Zeno".

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