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Cronaca

I sindaci dell'Ato contro l'acqua ai privati

L'assemblea dei primi cittadini ha approvato ieri un'istanza alla Regione

L'Autorità d'ambito ottimale, l'ente che riunisce i rappresentati di tutte le amministrazioni comunali del Veronese, chiede alla Regione di non mutare nulla nella gestione del servizio idrico integrato. L'assemblea dei soci Aato che si è riunita ieri mattina al Consorzio Zai, oltre ad approvare il bilancio 2009 che si è chiuso con un risparmio di 90.000 euro che sarà impiegato per attività di studio e ricerca, ha approfondito il tema della privatizzazione della gestione dell’acqua (quindi la privatizzazione, a Verona, delle due società di gestione oggi pubbliche Acque Veronesi e Azienda Gardesana Servizi), e la soppressione delle AATO che dovrebbe avvenire entro il primo gennaio 2011 per effetto della legge 42 del 2010. L’Assemblea, alla quale erano presenti 53 primi cittadini, ha alla fine approvato un ordine del giorno che sintetizza tutte le indicazioni che i Comuni dell’Autorità d’Ambito Territoriale Veronese intendono dare alla Regione. “Il Parlamento – spiega Luigi Pisa, Presidente AATO Veronese -, nel sopprimere le Autorità d’Ambito ha rinviato alle singole Regioni ogni decisione in merito a quale soggetto dovranno essere trasferite le nostre funzioni. Per farlo, la Regione dovrà promulgare una nuova legge. L’Assemblea dei Sindaci ha quindi approvato all’unanimità un ordine del giorno che riporta in modo chiaro la nostra posizione”. “Non riusciamo a capire perché, nonostante le aziende funzionino bene e il servizio costi poco rispetto a tante altre realtà, anche per Verona ci sia l’obbligo di privatizzazione delle società pubbliche – continua Pisa -. Il modello in house (pubblico), fino ad ora sembra aver dato buone garanzie e bollette contenute. Non credo si pensi al bene della popolazione modificando questo sistema che funziona, e che ha già realizzato 130milioni di euro di investimenti in quattro anni di vita, con un livello tariffario tenuto sempre al di sotto del 30% della media regionale”. Il modello in house risulta essere un modello vincente: non solo in quattro anni è stato realizzato il 18% degli investimenti previsti, ma il costo pro capite è nettamente più basso della media nazionale e della media tra le Province venete.

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