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Cronaca

I loro genitori non sospettavano nulla

Il questore Stingone: "Non sapevano minimamente cosa facevano i figli. Manca una base educativa"

Famiglie normalissime che non avevano il minimo sospetto, dentro le mura di casa, su quello che il più giovane combinava a scuola, in discoteca e ai giardini pubblici. Quattro studenti di 19 anni in manette, tutti spacciatori che rifornivano i giovanissimi, molti minorenni, di Verona tra la stazione dei bus in piazzale 25 Aprile, i vari istituti scolastici che frequentavano, e le mete predilette dei ragazzi. Dopo l’operazione della Squadra mobile della polizia che si è conclusa stanotte, è giunta la disposizione di chiusura del locale “Picapollo” di via Salisburgo.

Non più un luogo di ballo, ma di sballo- commenta il questore Vincenzo Stingone che ha firmato la chiusura-. Si tratta di un indagine che andava avanti da circa un anno, aggravata dal coinvolgimento di moltissimi giovani, tra cui minorenni. In centinaia ogni settimana, tra giovedì e venerdì, si recavano al locale, dove passavano il tempo tra droga e musica fino alle prime ore del mattino. La mattina dopo erano ancora storditi dai postumi della serata. Prosegue Stingone: “Si tratta di un’emergenza educativa, perché manca la base fondamentale costituita dalla famiglia. I genitori erano inconsapevoli di ciò che facevano i propri figli. Quando stamattina abbiamo rintracciato i pusher nelle loro abitazioni veronesi, padre e madre erano sorpresi a dir poco. Non sono episodi sporadici di piccola delinquenza e spaccio, è un percorso che si consuma tra i ragazzi”.

Dalla questura proviene anche il rinnovo dell’invito sulla “corretta gestione dell’esercizio pubblico”. Secondo Stingone “è necessario un controllo capillare di ciò che si compie nei locali. Titolari e gestori devono essere costantemente attenti per monitorare gli eventuali traffici illeciti. Sia tra i clienti, sia tra gli stessi dipendenti”.

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