"I beb dormivano dentro le scatole"
Condizioni pietose per adulti e bambini nei lager per operai clandestini del Veronese
Lavoravano per 12 ore di fila, dalle sette di sera alle sette di mattina, dentro stanze divise da pareti di cartongesso. Un angolo cottura senza le minime condizioni di sicurezza, dormitori improvvisati, servizi igienici precari. Vivevano solo di notte, ma per lavorare. Una situazione al limite dell’umano che ha permesso ai finanzieri di identificare 18 lavoratori irregolari, nove immigrati clandestini, cinque minorenni e anche due neonati, di sette mesi d’età. "Il primo l'abbiamo trovato a Mozzecane- afferma il comandante Bruno Biagi- che dormiva in un cassetto della scrivania dove la mamma lavorava: il movimento della macchina da cucire faceva da dondolo al bambino. Il secondo bebè è stato trovato nello stabilimento di Isola dentro uno scatolone. Anche per lui era stata improvvisata una triste culla".
“Erano in condizioni a dir poco penose- spiega la dottoressa Serena Maurizi della Direzione provinciale del Lavoro-. La sporcizia, i fogli di carta, le etichette: tutto volava per terra. Oltre al laboratorio con le macchine da cucine c’erano i soliti tramezzi di cartongesso in fondo al capannone. Lì i soliti materassi buttati a terra per dormire. Quando siamo entrati alcuni operai a riposo stavano guardando un gigantesco televisore al plasma”. Attualmente i due responsabili delle attività sono stati denunciati alla Procura e i capannoni sequestrati.