Guerra in Ucraina, per l'UE i profughi potrebbero essere milioni. Zaia: «Veneto tiene aperte le porte»
Non cala l'intensità del conflitto, mentre le sui tavoli della diplomazia si continua a cercare una soluzione per fermare lo spargimento di sangue. «3 famiglie in fuga, giunte a Conegliano, in totale 13 persone, sono ora ospitate presso la struttura dell’ex Ospedale di Valdobbiadene», ha detto il presidente veneto
La guerra scoppiata in Ucraina in seguito all'invasione da parte della Russia non accenna a calare d'intensità e prosegue su vari tavoli. Se sul campo di battaglia il conflitto si fa sempre più duro, la discussione nelle sale della diplomazia va avanti, nella speranza di trovare un modo per arrestare lo spargimento di sangue.
Si continua a combattere a Kiev, con l'esercito di Mosca che ha invitato i cittadini vicini a stazioni di collegamento ad abbandonare le loro case, ma gli scontri vanno avanti anche nelle zone delle repubbliche separatiste ucraine di Lugansk e Donetsk e in altre zone dell'Ucraina, mentre i bombardamenti non risparmiano i civili: nella mattinata di martedì ha fatto il giro del mondo il video di un missile che ha colpito il palazzo governativo di Kharkiv.
Nel frattempo anche politica e diplomazia fanno il loro corso. Intervenuto al Parlamento europeo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha puntato il dito: «Putin parla di operazioni contro le infrastrutture militari, ma si trattata di bambini, ieri ne ha uccisi 16 con i suoi missili». Luogo che ha ospitato anche l'intervento del ministro russo Lavrov, durante il quale molte delegazioni hanno lasciato la sala per protesta, che ha invitato a rimuovere le armi nucleari statiunitensi dall'Europa. Trasferita a Leopoli invece l'Ambasciata italiana di KIev, con l'ambasciatore Pier Francesco Zazo che sarebbe riuscito a portare in salvo anche circa 20 minorenni, mentre Sergey Razov, ambasciatore russo a Roma, ha dichiarato: «È ora che i Paesi occidentali capiscano che il loro dominio indiviso nell'economia globale è cosa del passato».
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Un altro tema sul quale i vari Paesi si stanno organizzando, è quello dell'accoglienza dei profughi che stanno lasciando l'Ucraina. Numero che secondo l'Unione Europea potrebbe attestarsi su alcuni milioni.
L’assessore alla Protezione Civile della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, ha partecipato in mattinata a una nuova videoconferenza con il Capo della Protezione Civile Nazionale Fabrizio Curcio, nel corso della quale è stato fatto il punto della situazione rispetto alle modalità di assistenza in relazione alla guerra.
«La Regione Veneto – riferisce l’Assessore - ha confermato la disponibilità di circa 600 posti letto in strutture fisse (ex presidi ospedalieri) per eventuali arrivi futuri e la disponibilità a prendere in carico pazienti bisognosi di cure mediche presso i nostri ospedali. Per quanto riguarda raccolte di materiali, il Dipartimento ha invitato ad attivarle solo ed esclusivamente se viene garantita la consegna al destinatario finale attraverso contatti diretti bilaterali, in quanto allo stato attuale non ci sono richieste di materiali da parte della UE e quindi risulterebbe pressoché impossibile garantire la consegna. Qualora ci siano soggetti disponibili a supporto per eventuale accoglienza/assistenza in Veneto possono contattare la Protezione Civile regionale al numero verde 800 99 0009.
Allo stato attuale – aggiunge Bottacin - risultano arrivate circa 1500 persone in Italia in maniera "spontanea", ma sono disponibili tramite le Prefetture 8000 posti (5000 nei centri di accoglienza straordinaria Cas e 3000 nei sistemi di accoglienza e integrazione Sai). Pertanto la situazione è sotto controllo. Oggi è partito il convoglio con 200 tende per 1000 posti letto che sarà consegnato in Polonia come da indicazioni UE».
«Grazie anche all’interessamento della Protezione Civile regionale e dell’Assessore Bottacin è iniziata in Veneto la fase di accoglienza che abbiamo deciso di portare avanti sin dai primi momenti della tragedia della guerra in Ucraina. 3 famiglie in fuga, giunte a Conegliano, in totale 13 persone, sono ora ospitate presso la struttura dell’ex Ospedale di Valdobbiadene». Lo rende noto il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che si tiene in costante contatto con le strutture regionali coinvolte nell’operazione di accoglienza, segnatamente Sanità e Protezione Civile.
«Queste tre famiglie – informa Zaia – erano arrivate a Conegliano, portando con sé tre bambini che, al tampone anti covid, sono risultati positivi, anche se fortunatamente asintomatici. Bimbi e famiglie sono quindi stati inviati alla struttura di Valdobbiadene, dove si trovano in isolamento e stanno ricevendo tutte le attenzioni del caso. Il Veneto – conclude Zaia – tiene tutte le sue porte aperte, sia per l’accoglienza che per l’assistenza sanitaria rivolta a tutti, con un’attenzione particolare ai piccoli pazienti pediatrici».