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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Un anno dal conflitto in Ucraina, Zaia: «Aggressione criminale, ora serve la diplomazia. Solidarietà dei veneti testimonia la pace»

«Rinnovo l’auspicio che questa guerra termini presto. - ha detto il presidente Zaia - La voce delle armi deve lasciare spazio a quella della diplomazia»

«È già passato un anno da quando le forze armate russe hanno iniziato l’invasione dell’Ucraina, trovando una fiera resistenza. È una guerra vicino a casa nostra che, a distanza di ottant’anni dal secondo conflitto mondiale, ha riportato l’Europa in una grave e tragica realtà». Sono le parole con cui il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda il primo anno dall’inizio della guerra in Ucraina, cogliendo l’occasione per stilare un bilancio di quanto è stato fatto in Veneto: «La memoria corre alle immagini che in questi mesi ci hanno raggiunto tramite la televisione e i social media. I bombardamenti hanno devastato interi territori e hanno lasciato molti cittadini ucraini senza un tetto e senza alcuna certezza nel domani. Abbiamo visto città simili alle nostre distrutte, ci siamo riconosciuti in persone vestite secondo la nostra moda che abbandonavano le città, affollando stazioni ferroviarie che sembravano le nostre. In questo clima abbiamo assistito a una escalation di violenza ai danni del paese aggredito».

Si tratta, sempre secondo Zaia, di «una realtà gravissima, la cui cessazione non può arrivare soltanto per opera delle armi, in una spirale distruttiva che sembra non potersi fermare». Il governatore ha quindi aggiunto: «A differenza di altre guerre recenti, fino ad oggi è stata praticamente assente l’azione diplomatica. Personalmente auspico che parallelamente al sostegno verso gli ucraini, i grandi della terra, a cominciare da Usa e Cina, lavorino per trovare una soluzione che ponga concretamente fine a questa terrificante carneficina».

Il presidente del Veneto ha poi ricordato: «All’indomani dell’invasione da parte della Russia ho definito "criminale" questa azione. Non è accettabile la realtà di un conflitto così cruento che oltre a procurare vere stragi rischia di radicalizzarsi, nonostante i molteplici appelli alla pace giunti da ogni parte del mondo. Fin dall’inizio sono state ore difficilissime che hanno costretto intere famiglie ucraine a scappare: molte di queste hanno raggiunto l’Italia e anche il Veneto. La nostra Regione, anche grazie al servizio di Protezione Civile, ha dato prova dell’accoglienza di cui sono capaci i veneti. Creando in breve tempo una rete di accoglienza trasversale a istituzioni e associazioni. Da subito la Regione ha avviato una raccolta fondi - ha sottolineato ancora il presidente Zaia - e l’ampia solidarietà dei nostri cittadini ha permesso, alla fine dell’anno scorso, di raccogliere donazioni per circa 900mila euro. Importante anche la disponibilità dei veneti all’accoglienza: i privati, che sono rappresentati prevalentemente da famiglie, hanno messo a disposizione, nei mesi cruciali di richiesta di ricovero da parte degli ucraini che fuggivano dalla guerra, più di 4mila alloggi per un totale di circa 13mila posti letto».

La solidarietà in Veneto

In questo contesto di ampia solidarietà veneta, il presidente Zaia ha fatto il punto anche su quanto è stato fatto dalla Regione del Veneto in collaborazione con le Prefetture, i Comuni, le Province e la Città metropolitana di Venezia, il Dipartimento di Protezione Civile e gli Enti del terzo settore. 

«In Veneto - ha spiegato il Presidente Zaia - la popolazione ucraina presente è passata da circa 17mila a circa 22mila cittadini. La maggior parte di loro ha raggiunto la nostra regione trovando una collocazione autonomamente. Oltre 2.500 persone, i casi più complessi, sono stati invece gestiti direttamente dalla Regione Veneto, tramite la struttura commissariale attivata ad hoc. Molti di questi profughi, alcuni dei quali bambini, hanno avuto bisogno di assistenza sanitaria e hanno effettuato l’accesso nei nostri ospedali. Altri sono stati accolti presso gli ex ospedali che erano stati impiegati durante l’emergenza Covid-19, o attraverso altre strutture del terzo settore convenzionate dal Dipartimento di Protezione Civile». 

Il governatore ha poi ricordato: «Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, abbiamo voluto dare, con concretezza, aiuto anche nelle zone di guerra. La nostra Protezione Civile, in accordo col sistema nazionale, si è attivata per il trasporto in loco di materiale sanitario, tra cui farmaci, dispositivi medicali e attrezzature. Un lavoro complesso - ha concluso Zaia - che ha ottenuto un buon risultato grazie all’impegno e alla dedizione di tutti, grazie alla solidarietà dei veneti, al fatto che la nostra Regione tiene sempre alta l’attenzione, per qualsiasi tipo di emergenza, anche non prettamente veneta».

Negli ultimi mesi, secondo i dati offerti dalla Regione, il flusso dei profughi ucraini in Veneto si è notevolmente ridotto fino a raggiungere poche unità a settimana. Oggi sono 170 i posti letto delle strutture della Regione del Veneto disponibili e liberi per una prima accoglienza oltre ad altri 100 messi a disposizione dal Terzo settore nell’ambito del sistema dell’accoglienza diffusa.

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