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Cronaca

Guerra in Ucraina, anche Odessa sotto attacco. Cia Verona in allerta per la produzione di cereali

Il conflitto nell'Est europeo prosegue e le pesanti ricadute sull'economia preoccupano le associazioni di categoria: «I segnali per l’immediato futuro non danno indicazioni di un abbassamento dei prezzi», ha detto Andrea Lavagnoli

La guerra in Ucraina sta ponendo grandi problematiche sul fronte dei cereali, con la decisione di parecchi Paesi, ultima quella di lunedì dell’Argentina, di bloccare l’export per garantire il fabbisogno interno.

«Il primo aprile nel Veronese sarà seminato il mais e il primo maggio toccherà alla soia. Ma la situazione è preoccupante. È ormai un anno che tutti gli indici spingono al rialzo i prezzi dei cereali e delle proteoleaginose - dichiara Andrea Lavagnoli, presidente provinciale di Cia - Agricoltori Italiani -. I segnali per l’immediato futuro non danno indicazioni di un abbassamento dei prezzi. Le aziende zootecniche veronesi, da tempo, hanno destinato a queste colture la totalità dei terreni posseduti proprio per arginare il rialzo dei prezzi dei mangimi e delle materie prime. Il problema è che, a fronte dei maggiori investimenti di superficie a mais e a soia che si stanno programmando, si dovranno fare i conti con la carenza di fertilizzanti azotati e dei prezzi altissimi dell’energia necessaria per le irrigazioni. Stiamo attendendo che vi sia una sospensione della Pac per gli aiuti diretti al reddito degli agricoltori, consentendo la coltivazione delle superfici a riposo e l’applicazione di premi accoppiati alle colture strategiche come quelle citate. Oggi la scelta è tra sostenibilità ambientale con costi proibitivi per gli agricoltori e sicurezza alimentare per disporre di derrate alimentari per gli animali e i consumi».

La guerra nel frattempo va avanti, così come i negoziati per trovare un accordo di pace. Nuovi bombardamenti sono stati registrati a Kharkiv, mentre a Kiev le forze russe avrebbero colpito un condominio. A Mariupol, dove dopo 20 giorni di assedio si sfiora la catastrofe umanitaria (20 mila gli evacuati), gli attacchi ora arriverebbero anche dal mare, oltre che dai raid aerei, con l'esercito del Cremlino che ha preso possesso dell'ospedale (400 gli ostaggi). Esplosioni registrate anche a Zaporizhzhia, oltre che nella capitale. 
Continua nel frattempo il lavoro della diplomazia. I negoziati dovrebbero proseguire nella giornata di mercoledì ed un consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, su Twitter ha parlato di «spazio per un compromesso», nonostante le difficoltà. La Polonia nel frattempo ha chiesto l'intervento della Nato in Ucraina e gli USA lavorano ad un incotro tra Biden e Zelensky, intanto però l'offensiva di Putin si sposta su Odessa. 

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