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Cronaca Zai / Via Bartolomeo Avesani

Ucraina: tregua per i corridoi umanitari. In Veneto si pianificano aiuti ai profughi

Guerra sospesa per poche ore, al fine di evacuare Mariupol e Volnovakha. Ma il conflitto resta acceso e le conseguenze imprevedibili. In Italia ci si prepara ad accogliere tanti rifugiati e proseguono le iniziative di solidarietà

È cominciata alle 10 (ora italiana) di questa mattina, 5 marzo, la tregua di cinque ore concessa dai russi per l'apertura di corridoi umanitari che permettano di evacuare i civili dalle città di Mariupol e Volnovakha. La guerra in Ucraina, giunta al decimo giorno, conosce quindi oggi una prima tregua, anche se difficilmente basteranno cinque ore per l'evacuazione dei due grandi centri abitati ucraini. E in particolare a Mariupol è possibile che, finita la tregua, il conflitto possa riprendere in maniera più aspra. La presa di questa città, infatti, è strategica per i russi e gli ucraini sono pronti ad opporre una strenua resistenza.

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Anche questa mattina, dunque, le novità dal fronte ucraino non lasciano del tutto aperta la porta della speranza, mentre in Italia la protezione civile nazionale ha varato un'ordinanza per coordinare gli aiuti ai profughi ucraini che arrivano in Italia. I presidenti delle Regioni sono stati nominati commissari delegati per questa emergenza e dovranno organizzare l'assistenza alla popolazione in fuga dall'Ucraina. Assistenza che si articola in particolare nel trasporto, nell'alloggio e nelle cure sanitarie di cui i profughi hanno bisogno. E nel reperimento degli alloggi, le Regioni saranno aiutate dalle Prefetture attraverso la rete del sistema di accoglienza e integrazione dei rifugiati. «Siamo di fronte a un'ordinanza iniziale - ha commentato Zaia - In questo momento dobbiamo fare squadra. Giorno dopo giorno ci saranno da valutare molte situazioni. Bisognerà, ad esempio, capire le caratteristiche quantitative, ma anche qualitative, dei flussi di profughi dall'Ucraina. Al momento, abbiamo una previsione di 700mila arrivi in Italia. Vedremo se sarà così. Sul piano della tipologia di queste persone servirà anche capire se arrivano perché in fuga dalle bombe o per semplici ricongiungimenti famigliari. Nel Veneto, l'attenzione è massima dall’inizio della guerra. Siamo già al lavoro su un piano di protezione civile regionale che preveda tutte le opzioni sul tappeto, anche le più complesse, valutando tutto ciò che potrebbe accadere in via teorica. Guardiamo anche al fondamentale approccio sanitario».
Nel frattempo prosegue la gara di solidarietà dei veneti per gli ucraini attraverso il conto corrente aperto dalla Regione Veneto per l'emergenza Ucraina. Nei primi giorni di apertura del conto sono pervenuti 397 versamenti per un importo complessivo di 45.208 euro. «Sono gesti di grande significato», ha ribadito Zaia.

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E la solidarietà per l'Ucraina arriva anche da Amia Verona. Su iniziativa del Cral dei dipendenti e con il supporto del consiglio di amministrazione e del direttore Ennio Cozzolotto, l'azienda di Via Avesani ha iniziato una raccolta di beni di prima necessità e farmaci destinati alle famiglie ucraine. A partire da lunedì, 7 marzo, gli oltre 600 dipendenti della società presieduta da Bruno Tacchella potranno conferire presso un'apposita area dell'azienda medicinali, prodotti farmaceutici, mascherine Ffp2, oltre ad una lista di beni di prima necessità, quali pasta, sale, zucchero e prodotti per l'igiene di bambini e adulti. Tutte le donazioni raccolte verranno consegnate da Amia ad Abeo che, oltre alla tempestiva spedizione a supporto della popolazione, destinerà il necessario ai bambini oncologici che tra qualche giorno giungeranno a Verona. «Ringrazio anticipatamente tutti i dipendenti che parteciperanno a questa iniziativa che dimostra la solidarietà e la vicinanza di Amia al popolo ucraino», ha commentato Tacchella.

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