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Farmaci ma anche formazione per i profughi ucraini, mentre la guerra non s'arresta

Farmacisti volontari di protezione civile di Verona molto attivi per il popolo ucraino e le scuole di formazione professionale garantiscono porte aperte per i giovani che scappano dal conflitto

Importanti avvenimenti ma nessun punto di svolta. Prosegue così il tredicesimo giorno di invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo. La novità più importante di questo 8 marzo è stata l'apertura del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad un compromesso per i territori di Crimea e Donbass rivendicati da Mosca. L'Ucraina, quindi, sembra disposta a fare un passo verso quelle condizioni imposte da Vladimir Putin per giungere alla fine del conflitto. E tutto questo nonostante la Russia non abbia rispettato in pieno i corridoi umanitari attivati questa mattina per permettere ai civili di evacuare dalle città sotto assedio.
Ma lo scontro non è solo tra Russia e Ucraina. Europa e Stati Uniti stanno pensando a nuove sanzioni economiche da aggiungere a quelle già attuate, dovendo trovare anche soluzioni alle possibili ritorsioni russe.

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Il territorio veneto e quello veronese non fanno però mancare il loro supporto al popolo ucraino. Rientrerà questa notte la seconda squadra di farmacisti volontari di protezione civile di Verona che da domenica sono impegnati nella donazione, raccolta e smistamento dei medicinali per la popolazione ucraina.
Il primo viaggio è stato fatto verso la sede operativa della protezione civile nazionale a Palmanova, in provincia di Udine. Sede in cui sono state conferite 1.720 confezioni di farmaci per un valore di 6.800 euro. «Ci siamo subito attivati e insieme a tutte le associazioni di farmacisti volontari d’Italia abbiamo raccolto quasi 7.000 euro per acquistare il carico di medicinali, in linea con le esigenze impellenti comunicateci dalla Commissione Europea, che ho portato personalmente a Palmanova - ha riferito Paolo Pomari presidente dell'associazione farmacisti volontari in protezione civile di Verona - In Ucraina c’è bisogno di tutto, in primo luogo di acqua e medicinali. Pensare alle tremende sofferenze cui sono sottoposti i cittadini, in particolare bambini, malati e anziani ci vede uniti in un grande lavoro di squadra nazionale. Rimaniamo allertati e a disposizione per qualsiasi ulteriore intervento».

Paolo Pomari
(Pomari)

Invece, nell'hub della Croce Rossa Italiana di Avezzano, in provincia de L'Aquila, i farmacisti Matteo Vanzan, Gaetano Martelletto e Laura Marrara stanno smistando insieme ad altri volontari una enorme quantità di farmaci, controllando le scadenze, dividendoli per principio attivo e specialità. «Arrivano in continuazione decine di pallet di farmaci donati da ogni regione d’Italia - ha spiegato Vanzan - Noi siamo impegnati in un lavoro certosino e necessario ai sanitari che in emergenza dovranno accedere in maniera ottimale e veloce ai prodotti, il 90% dei quali farmaci salvavita indispensabili quindi alla popolazione. Nulla va sprecato perché nell’eventualità che giungano medicinali non presenti nella lista fornita dalla protezione civile, rientreranno subito nella disponibilità dei donatori. La situazione è di una drammaticità inimmaginabile e, nel nostro piccolo anche svolgendo un lavoro di logistica, ci sentiamo utili ai cittadini ucraini».

Avezzano hub Croce Rossa Italiana Ucraina-2-2
(L'hub di Avezzano)

Nel frattempo ha raggiunto quota 151.826 euro la raccolta fondi a favore dei civili dell'Ucraina attivata dalla Regione Veneto. La cifra è stata raggiunta attraverso 1.098 versamenti. Versamenti che possono essere effettuati sul conto corrente intestato a Regione del Veneto, Causale: Sostegno Emergenza Ucraina, Iban IT65G0200802017000106358023 e Bic/swift UNCRITM1VF2.

E, oltre alle donazioni, la solidarietà del Veneto agli ucraini si concretizza anche con l'accoglienza dei profughi. In particolare, per i giovani ucraini, è stata offerta la disponibilità d'intraprendere un percorso di formazione professionale nelle scuole del territorio. Lo ha garantito Giorgio Sbrissa, presidente di Forma Veneto, con una lettera all'assessore regionale Elena Donazzan. L'offerta prevede progetti pedagogici e formativi dedicati e l'occasione di stare insieme a coetanei in un contesto formativo e di crescita. «Ringrazio le scuole professionali del Veneto - ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia - Anche il loro contributo andrà a confluire nelle tante attività che stiamo coordinando per garantire il miglior livello possibile di accoglienza dei profughi che stanno arrivando da giorni e continueranno a confluire anche in Veneto».
«Le scuole della formazione professionale possono essere di grande aiuto per superare le barriere linguistiche dei ragazzi che arrivano dall’Ucraina - ha aggiunto l'assessore Donazzan - Confidiamo tutti che questa situazione non sia definitiva, ma il nostro impegno è di offrire un’accoglienza di buon livello, garantendo ai giovani che arrivano dal paese devastato dalla guerra non solo vitto e alloggio, ma anche delle attività per non cadere nell’inedia e nella depressione. La lingua è certamente un limite ma l’intelligenza del fare può essere un buon linguaggio. Come sempre le scuole della formazione professionale del Veneto hanno aperto le loro porte. Ci metteremo a disposizione attraverso l’ufficio scolastico regionale e con la rete delle prefetture per coordinare al meglio l’offerta di sostegno e attività».

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