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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

In Ucraina si combatte, in Veneto si affrontano le conseguenze: profughi e caro energia

Al popolo ucraino che non ha lasciato il paese si inviano medicinali e altri beni di prima necessità. Ai rifugiati si offrono alloggi e cure sanitarie. Mentre molte aziende arrancano

Non potendo agire sulle cause della guerra in Ucraina, se non con simboliche manifestazioni e prese di posizione politiche, a livello locale si affrontano quantomeno le conseguenze interne ed esterne al conflitto.

La prima conseguenza è che in Ucraina comincia a scarseggiare di tutto. Per questo dal Veneto sono partiti farmaci e materiale sanitario e un po' ovunque nel territorio si attivano delle raccolte di beni di prima necessità per il popolo ucraino.

E gli ucraini che scappano dalle esplosioni e dai bombardamenti sono un'altra conseguenza diretta della guerra. Sono arrivati anche in Veneto i primi profughi dall'Ucraina, i quali spesso vengono ospitati da amici o parenti. Per chi non sa dove andare, si sta organizzando una rete di alloggi e i veneti sono disposti anche ad offrire lavoro per i rifugiati. Ma la prima offerta agli ucraini in fuga è quella sanitaria e dal Ministero della Salute sono state diramate delle direttive ufficiali a tutte le aziende sanitarie locali. «Per i cittadini che provengono dall'Ucraina, indipendentemente dalla cittadinanza - ordina il Ministero - si provveda all'esecuzione dei test diagnostici nelle 48 ore dall'ingresso, laddove non avvenuta al momento dell’entrata nei confini nazionali. Tutti coloro che verranno individuati come casi positivi al coronavirus o contatti di caso andranno gestiti secondo la normativa vigente adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee». Ed in merito ai vaccini la raccomandazione è quella di offrire dosi di vaccino anti-Covid ma anche le vaccinazioni che in Italia sono di routine come quelli per epatite B, tbc, difterite, tetano, pertosse, polio, morbillo, parotite e rosolia.

Ma alle conseguenze umanitarie della guerra si affiancano quelle economiche. I prezzi delle materie prime salgono ed i rincari dei prodotti energetici colpiscono i portafogli delle famiglie ed i bilanci delle aziende. E tra le attività economiche non mancano quelle che hanno diminuito o addirittura sospeso la produzione.
Per trovare delle contromosse, l'assessore regionale allo sviluppo economico ed energia del Veneto Roberto Marcato ha convocato ieri un tavolo di concertazione con le categorie economiche. «Servono provvedimenti emergenziali per sostenere le aziende colpite dai rincari energetici e occorre impegnarsi per recuperare il tempo perduto rispetto agli investimenti sulle energie rinnovabili e nuove fonti di energia - questo il suo commento - In maniera unanime i rappresentanti del mondo produttivo hanno espresso la forte e improrogabile necessità di arrivare all'autonomia energetica. Necessità che va di pari passo con quella di poter contare su una politica energetica industriale. Per l'immediato va sottolineato che, obtorto collo, bisogna aumentare l’estrazione di gas e riattivare le centrali a carbone, come hanno già fatto Paesi considerati all’avanguardia nelle politiche ambientali, come ad esempio la Germania. Dal canto nostro stiamo investendo per far diventare il Veneto, nello specifico di Porto Marghera, il polo dell’idrogeno a livello nazionale».
Ed un'altra contromossa è quella di investire nelle tecnologie digitali, come mostrato ieri da Coldiretti a Fieragricola. Gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose hanno raggiunto i 650 milioni di euro, con l'obiettivo di combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la produttività.

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Queste sono le questioni aperte a livello locale. Questioni che sono state finora affrontate e che saranno affrontate anche oggi e nei prossimi giorni. L'assedio della capitale Kiev si stringe ogni giorno di più. Un'altra città, Chernihiv, è stata mutilata dai bombardamenti. E c'è apprensione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, passata in mani russe. E di fronte a tutto questo sembrano davvero minimi i passi avanti fatti negli ultimi negoziati.

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