Guerra Russia-Ucraina, forte richiesta di pace ma debole speranza nei negoziati
Nel frattempo in Veneto e a Verona si pensa al rientro dei connazionali, all'accoglimento dei profughi e si continua ad invocare il cessate il fuoco
Non c'è molta speranza sui negoziati che oggi, 28 febbraio, Ucraina e Russia discuteranno per arrivare almeno ad un cessate il fuoco. È comunque un inizio, un primo passo verso la direzione della pace. Un primo passo timidissimo dopo giorni di conflitto acceso e dopo la minaccia atomica nemmeno troppo velata usata dal leader russo Vladimir Putin.
Un'altra notte di bombardamenti è passata in Ucraina. Le armi non tacciono e la pace sembra ancora un obiettivo lontano, anche se oggi i rappresentanti delle due nazioni in guerra s'incontreranno per discutere sulla fine delle ostilità.
L'Ucraina chiede il «cessate il fuoco immediato» e il ritiro delle truppe russe. E l'adesione «immediata» nell'Ue. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymr Zelensky, il quale ha dichiarato che 4.500 soldati russi sono stati uccisi negli scontri tra i due eserciti dall'inizio dell'invasione russa. Zelensky ha anche esortato i militari russi a deporre le armi.
Nel frattempo, in Veneto e a Verona ci si prepara per accogliere i connazionali che sono rimasti bloccati nel territorio ucraino e soprattutto i profughi. E non si smette di volere la pace. La fine della guerra è stata chiesta con una grande manifestazione sabato e la richiesta è stata ripetuta con un nuovo presidio organizzato ieri sempre in Piazza Bra.
Oltre all'associazione delle donne ucraine a Verona riunite nell'associazione Malve di Ucraina, ieri in piazza è stata manifestata solidarietà al popolo ucraino dai rappresentanti di +Europa, Azione, Partito Socialista, Italia Viva, Radicali italiani e La Città che Sale. «Putin teme la libertà e la democrazia - è stato il commento rilasciato da +Europa - In una parola, Putin teme l'Europa e i suoi valori. Ecco perché la sicurezza dell'Ucraina è la sicurezza dell'Europa ed è in Ucraina che l'Euopa va difesa. La democrazia, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina non possono essere violate e noi non possiamo stare a guardare e non possiamo lasciare solo il popolo ucraino».