Ucraina: nuovi colloqui dopo le bombe. Kiev chiede armi e maggiori sanzioni per la Russia
S'incontrano non dal vivo ma in videoconferenza le delegazioni di Russia e Ucraina per arrivare ad un cessate il fuoco. In Veneto si chiede di rivedere il Pnrr e la Politica Agricola Comunitaria, viste le conseguenze economiche del conflitto
Nuova mattinata di incontri oggi, 14 marzo, per provare ad interrompere la guerra in Ucraina. La delegazione russa e quella ucraina non si sono incontrate dal vivo, come nelle precedenti occasioni, ma in videoconferenza. Da fonti ucraine trapela un po' più di ottimismo, dato dall'impressione che la controparte russa sia più costruttiva in questo dialogo per la pace.
Diplomaticamente, dunque, la Russia sembra più costruttiva, ma il suo esercito continua essere altamente distruttivo. Kiev è stata bombardata ancora una volta e la sua fabbrica di aerei Antonov è andata a fuoco. Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto armi a tutti quei Paesi schierati contro l'invasione russa e ha chiesto di applicare sanzioni più severe e di isolare completamente la Russia di Vladimir Putin, così da scongiurare una guerra più grande.
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Già con le attuali sanzioni, però, le conseguenze sull'economia globale sono importanti ed in Italia si richiedono adeguate contromosse. Per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «Alla tragedia del coronavirus che ha causato 14mila morti solo in Veneto, si è aggiunta la follia della guerra in Ucraina, con terribili conseguenze sui civili e ricadute pesanti sull'economia mondiale. Per questo è necessario e urgente che venga rivista l'impostazione del Pnrr e anche quella della Politica Agricola Comunitaria, pensata ben prima sia del Covid che della guerra. Il mondo agricolo e imprenditoriale sono in sofferenza e tutti i finanziamenti possibili devono andare alle imprese e alle famiglie per fronteggiare la crisi energetica, quella delle materie prime e, in generale, dei rincari pressochè in tutti i settori».
E preoccupato per le sanzioni anche il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi: «Il blocco delle acciaierie e delle forniture di acciaio e di altre materie prime, l'aumento dei costi energetici, rischiano in poche settimane di mettere in ginocchio il settore della metalmeccanica e dell'edilizia. E lo stesso nel settore agricolo. Il blocco deliberato dalla Russia dell'esportazione di zucchero e cereali verso l'Italia rischia di mettere in crisi il sistema produttivo agroalimentare italiano e della produzione di mangimi animali. Dobbiamo passare subito da una politica per contenere la produzione a una per aumentarla. Diversamente c'è il rischio che il sistema produttivo italiano vada in corto circuito con ricadute pesanti su tutti».