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Cronaca Caprino Veronese

«Roman a 6 anni è costretto a vivere una guerra che non è la sua»

I nonni del bambino hanno riferito di non avere sue notizie da circa un anno. «È costretto a continui spostamenti e la carenza di acqua e luce è cronica». Per questo vorrebbero portarlo in Italia

Da circa un anno non hanno sue notizie, ma ancora sperano di portarlo in Italia per salvarlo dall'orrore della guerra. Nuovo appello dei nonni di Roman, il bimbo di 6 anni conteso da un papà veronese e da una mamma ucraina, la quale lo sta tenendo con sé in un territorio colpito dal conflitto bellico tra Russia e Ucraina. Marcello Bonato e Angela Barbara Borrelli vorrebbero riabbracciare il loro nipotino e allontanarlo da quel Donbass dove finora ha potuto vedere soltanto gli effetti della guerra.

«La situazione per il piccolo Roman è ulteriormente peggiorata, dopo cinque anni di guerra nel Donbass, dove ha sempre vissuto - hanno scritto Marcello Bonato e Angela Barbara Borrelli - A Donetsk, Roman si trova a vivere una fase ancora più critica, di forte disagio e pericolo. Il bambino è costretto a continui spostamenti e la carenza di acqua e luce è cronica. Purtroppo Roman continua a vivere una guerra condivisa dalla madre, ma che non è la sua».

Dopo i primi appelli dei nonni di Roman, del piccolo si è interessato il console italiano in Ucraina. Ma dopo vari tentativi, la posizione della madre si sarabbe ulteriormente irrigidita e in un anno i nonni non hanno avuto più alcun contatto con il nipote. «Non sappiamo dove Roman sia e con chi viva», hanno dichiarato Bonato e Borrelli, i quali hanno espresso anche il timore che il bimbo si tra quelli deportati in Russia dal premier Vladimir Putin. Crimine di cui il presidente della Federazione Russa è stato formalmente accusato dalla corte penale internazionale.

«La mia ex moglie vive con nostro figlio di sei anni nella Repubblica popolare di Donetsk, in un posto imprecisato. E restano anche qui soltanto macerie», ha aggiunto Simone Bonato, il papà di Roman che nel frattempo divorziato dalla mamma del piccolo. Simone Bonato ha ricordato che a Bakhmut, città in questi giorni assediata dalle milizie filorusse, lui ci andò in viaggio di nozze. «Di quella meta graziosa - ha detto - ora non è rimasto nulla».

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