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Cronaca Sona / Via Robert Kennedy

Guerra in Ucraina, aiuti umanitari per i profughi diretti in Polonia da Verona

Un convoglio è partito per la Fiera di Varsavia, diventata un grande centro di primo soccorso. E dalla città natale di Papa Giovanni Paolo II è stato lanciato un messaggio di aiuto diretto a Sona, con cui è gemellata

Questa mattina, 30 marzo, è partito dall'Italia un convoglio umanitario diretto in Polonia per portare aiuti umanitari ai profughi ucraini. Il convoglio è stato organizzato dalla Fondazione Fiera Milano, in collaborazione con Fondazione Progetto Arca, ed è composto da sette tir partiti dalla fiera milanese di Rho a cui si è aggiunto un ottavo mezzo pesante da Verona.

I beni di prima necessità hanno come destinazione la Fiera di Varsavia (Ptak Warsaw Expo), la quale dallo scoppio della guerra in Ucraina si è trasformata nel più grande centro di primo soccorso di tutta la Polonia. Al suo interno, infatti, transitano fino a 10.000 rifugiati ogni due giorni. Civili che poi riprendono il loro cammino verso le loro destinazioni di accoglienza in Europa.

Con la spedizione di oggi saranno inviati le prime 73 tonnellate di beni, tra cui generi alimentari, prodotti per l'infanzia e l'igiene personale, medicinali e coperte. Beni raccolti tra enti e aziende che hanno raccolto l'appello alla solidarietà lanciato dalla Fiera di Varsavia attraverso l'Associazione Internazionale Fiere.
Sono stati raccolti complessivamente oltre 100 tonnellate di materiale tra cui, più di 22 tonnellate di prodotti alimentari tra pasta, pane, riso, formaggio, cioccolata, cibo per bambini e acqua; oltre 29 tonnellate di prodotti per l’igiene che vanno dai disinfettati ai detersivi, dal bagnoschiuma ai detergenti per la persona; 14 tonnellate tra pannolini, bicchieri, piatti e ciotoline monouso. Oltre a coperte, sacchi a pelo ed altri beni di prima necessità. Nei prossimi giorni partiranno i tir con il restante materiale raccolto e l'arrivo del convoglio di oggi è previsto per venerdì.

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E sempre dalla Polonia è arrivato nel Veronese un altro appello. A lanciarlo è stata l'amministrazione comunale di Wadowice, città natale di Giovanni Paolo II e gemellata con il Comune di Sona da oltre vent’anni. La comunità di Wadowice è impegnata nell’accoglienza delle migliaia di profughi ucraini che fuggono dai bombardamenti. Inoltre, dalla città polacca giunge anche un forte sostegno alla popolazione rimasta in Ucraina. È da questo contesto che è giunto giunge a Sona una richiesta di solidarietà che individua, con molto precisione, beni di prima necessità da inviare con urgenza ai campi di accoglienza al confine ucraino: kit di pronto soccorso, stetoscopi, sfigmomanometri, termometri, barelle, tavole ortopediche con rinforzo per la testa e cinghie, generatori, motoseghe, estintori, sedie pieghevoli, materassi, materassini, sacchi a pelo, calderoni per la cottura dei pasti sul fuoco, fornelli, walkie-talkie e powerbank. I beni di cui la città polacca ha fatto richiesta sono specifici, in risposta alle necessità provenienti dal confine ucraino e, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Il Dono di Lugagnano, il materiale richiesto si sta accumulando nella Casa di Alice, in Via Kennedy 15, a Lugagnano di Sona. Chi volesse partecipare alla raccolta può recarsi nella Casa di Alice dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12 ed eventualmente anche nel pomeriggio, su appuntamento, telefonando al numero 045 6091290.
«L’appello giuntoci da Wadowice è alquanto impellente, quindi sarebbe necessario rispondere con una prima raccolta entro il 6 aprile - ha dichiarato il sindaco di Sona Gianluigi Mazzi - Rivolgo perciò un nuovo appello chiedendo, laddove possibile ed in base alle proprie disponibilità, di contribuire alla raccolta dei beni indicati».

Segui qui tutti gli aggiornamenti sulla guerra in Ucraina a cura della Redazione di Today.it

Intanto sono diventate cinque le settimane di guerra tra Russia e Ucraina. I segnali positivi dopo le trattative di ieri tra le delegazioni dei due paesi sono state gelate oggi da Mosca, dove negano la svolta e parlano ancora di «molto lavoro da fare». Oggi, tra l'altro, ci potrebbe essere un colloquio telefonico tra il presidente del Consiglio Mario Draghi ed il leader russo Vladimir Putin. Mentre un faccia a faccia tra Putin ed il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj non è ancora fattibile.

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