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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Gruppo di 18 profughi in fuga da Kharkiv, Sboarina: «Li ospitiamo a Verona»

Sono consigliere comunali, con i loro figli, e membri dello staff del sindaco della città ucraina. Il primo cittadino scaligero: «Sarebbe un bell'esempio se ad accoglierli siano amministratori locali»

Kharkiv chiama Verona. La città industriale dell'Ucraina orientale, isolata e bombardata dall'esercito russo, ha chiesto supporto al Comune scaligero per mettere in salvo 18 suoi concittadini. Il gruppo è formato da alcune consigliere comunali, con i loro figli, e dai membri dello staff del sindaco tra cui Olena Sereda, a capo della missione.
Questa mattina, 11 marzo, il sindaco Federico Sboarina è stato interpellato da Marina Sorina, vicepresidente dell'associazione Malve di Ucraina, la quale di è fatta ambasciatrice della richiesta di aiuto. Una richiesta che si aggiunge agli appelli alla solidarietà che si stanno moltiplicando. Appelli a cui Verona vuole rispondere, anche con il coinvolgimento diretto di amministratori e consiglieri comunali.

LA MANO TESA DA VERONA A KHARKIV

Nei giorni scorsi, il sindaco e la vicesindaco di Kharkiv hanno intuito che la città sarebbe stata bombardata dai russi. Hanno così spedito una delegazione di amministratrici donne, con al seguito i propri figli, verso Leopoli. Da lì, il gruppo avrebbe dovuto coordinare gli aiuti verso la loro città. Il piano è però naufragato perché, una volta giunte a Leopoli, a 70 chilometri dalla Polonia, donne e bambini non erano ugualmente al sicuro per poter aiutare i loro concittadini. E per questo la delegazione è scappata di nuovo e durante la fuga è iniziato il tam tam di telefonate per cercare ospitalità. Ad offrirgliela è stato il sindaco Sboarina, che ha garantito l'accoglienza al gruppo. Il primo cittadino ora lancia un invito ad amministratori e consiglieri pubblici affinché siano i primi ad ospitare i profughi in arrivo, a maggior ragione visto che si tratta di colleghi che non possono esercitare il loro mandato a causa della guerra.
«Fuori dai nostri confini c’è l'inferno, non solo in Ucraina dove i bombardamenti proseguono ma anche nei Paesi vicini dove migliaia di persone si stanno rifugiando e riversando per scappare dalla guerra - ha spiegato Sboarina - Abbiamo il dovere di rispondere agli appelli e di fare la nostra parte affinché queste persone possano salvarsi. Troveremo sicuramente un posto per ospitare il gruppo di donne e bambini e sarebbe bello che gli amministratori locali e i consiglieri comunali lo facessero per primi, dando la loro disponibilità se, ovviamente, sono nelle condizioni per farlo. Sarebbe un bell’esempio, un gesto di solidarietà tra città. Una volta che il gruppo sarà a Verona, saranno preziose le loro informazioni per aiutare al meglio la città di Kharkiv che è stata devastata e isolata. Nessuno meglio di loro può dirci come farlo».

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