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Cronaca Cologna Veneta

Guadagnava anche 3mila euro al giorno: "grossista" della cocaina in manette

I carabinieri erano sulle sue tracce da qualche tempo e il 28 ottobre lo hanno fermato vicino ad un bar di Cologna Veneta con 5 dosi di stupefacente in tasca. Da lì sono partiti i guai per il giovane classe 1992

La lotta allo spaccio di droga ha visto un'altra vittoria delle forze dell'ordine nella giornata del 28 ottobre, quando i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Legnago hanno inferto un duro colpo al "mercato" di Cologna Veneta. 

Da qualche tempo i militari erano sull tracce di un giovane straniero che si aggirava in maniera sospetta nei pressi di un bar alle porte del paese: gli appostamenti eseguiti infatti, hanno permesso loro di notare che alcuni giovani si avvicinavano a lui con fare circospetto. Così gli uomini del Nor, supportati dai colleghi di Cologna, lo hanno fermato e identificato: si trattava di K. B. cittadino albanese, classe 1992, nullafacente, incensurato, in Italia da alcuni anni e domiciliato in un appartamento a Santo Stefano di Zimella. Il ragazzo è stato quindi condotto nella stazione locale dei carabinieri, dove è scattata la perqusizione che ha permesso di portare alla luce le 5 dosi di cocaina termosaldate, pronte per essere vendute, che aveva addosso, oltre a del denaro contante ritenute provente dell'attività di spaccio. 

Grazie alle indagini condotte in precedenza e ad un mazzo di chiavi rivenuto nell’utilitaria del giovane, i carabinieri sono arrivati al suo appartamento, dove sono state trovate altre 13 dosi di cocaina già preparata per essere venduta e altri 25 grammi in "sasso", per un totale quindi di quasi 50 grammi di sostanza stupefacente rinvenuta e sequestrata. 
Ma non è finita qui. I militari infatti hanno trovato anche ben 3 mazzette di denaro per un totale di oltre 9.400 euro, un bilancino elettronico di precisione, tre agende sulle quali era minuziosamente annotata, con tanto di nomi, l’attività di compravendita dell’albanese, considerato dagli investigatori una specie di “grossista”, sia per l’elevato grado di purezza dello stupefacente che doveva essere ancora tagliato e sia per il ragguardevole giro d’affari messo in piedi, che secondo le stime delle forze dell'ordine sarebbe stato in grado di fruttargli dai 1000 ai 3000 euro al giorno, con picchi di 4000 euro nel weekend. 

Sulla base di quanto raccolto, K.B. è stato dunque arrestato e condotto nella casa circondariale di Montorio, come disposto dal Pm Giulia Labia della Procura della Repubblica di Verona. Martedì mattina l ragazzo è stato condotto davanti al giudice del tribunale di Verona, che ha convalidato il provvedimento e disposto la custodia cautelare in carcere in attesa del processo.

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