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Pfas, il Veneto chiede limiti più stringenti. Greenpeace: "Vigileremo ancora"

La Regione vorrebbe che la quantità di Pfas nelle acque consentita dalla legge sia abbassata e che sia eliminata la produzione con i composti a catena lunga e corta

I limiti che consentono la presenza di Pfas nelle acque italiane sono troppo alti e andrebbero abbassati. È questa la posizione presa dalla Regione Veneto per bocca del suo presidente Luca Zaia e anche tramite una lettera inviata al Ministero della salute. Insomma, il Veneto ha chiesto allo stato di abbassare i livelli consentiti di Pfas nell'acqua e Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia ha commentato: "Speriamo vivamente che quanto affermato si concretizzi in tempi brevi, visto che tanti cittadini veneti ancora oggi ricevono acqua che in altre nazioni non sarebbe considerata sicura per la salute".

Altra novità appresa da Greenpeace sarebbe la volontà espressa dall'assessore regionale alla sanità Luca Coletto di eliminare dalla produzione Pfas da 8 a 4 atomi di carbonio, e cioè i composti sia a catena lunga che a catena corta. "Oltre che fermare immediatamente gli scarichi inquinanti, è necessario promuovere una rapida riconversione industriale di tutti quei processi responsabili dell'inquinamento da Pfas - ha proseguito Ungherese - Greenpeace continuerà a monitorare il comportamento della Regione per verificare che agli annunci seguano nel più breve tempo possibile dei fatti".

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