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Cronaca

Glaxo, Sandri verso l'idea di Fondazione europea

L'assessore vorrebbe creare un centro come la francese Sophia Antipolis

Il caso Glaxo continua a tener banco. Congelate le attività sindacali in attesa del tavolo interministeriale del 23 febbraio prossimo, che vedrà partecipare sicuramente il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, quello dello Sviluppo economico Claudio Scajola e Ferruccio Fazio, ministro della Sanità, insieme ai vertici dei sindacati veronesi e nazionali, a muoversi per evitare di perdere il patrimonio culturale del centro ricerche è l’assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri.

L’assessore, con una lettera aperta ai giornali, torna sulla proposta fatta qualche giorno fa su questa testata di creare un polo d’eccellenza per la ricerca che comprenda sia i ricercatori della multinazionale che quelli dell’Università scaligera. Secondo Sandri “siamo ora in un momento favorevolissimo, direi unico, per aggregare tutte le forze economiche del territorio veronese sotto il comune cappello dell’Innovazione e della Ricerca, trasformando una situazione di potenziale grave crisi in una grande, grandissima opportunità”.

Il comune cappello, sempre secondo l’assessore, sarebbe una Fondazione Veronese dell’Innovazione e della Ricerca, in altre parole, uno strumento giuridico tramite il quale il Comune di Verona, la Provincia, l’Università, la Camera di Commercio, le associazioni di categoria ed altre istituzioni, in particolare banche e fondazioni bancarie, potrebbero in un sol colpo favorire la qualificazione della ricerca e valorizzarne l’impatto economico e sociale.

La proposta di Sandri punta all'insediamento di un incubatore all'interno del quale possono nascere e svilupparsi imprese innovative. Un istituto che funziona da tempo produttivamente anche in altri paesi, come la Fondazione Sophia Antipolis in Francia, oppure Cambridge ed Oxford.

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