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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Glaxo, 600 lavoratori in ansia per il futuro

Domani ci saranno il tavolo interministeriale ed un sit-in davanti la prefettura

Si preannuncia una giornata caldissima quella che domani avrà come protagonista GlaxoSmithKline. In mattinata il prefetto Perla Stancari riceverà una delegazione di ricercatori per tornare a discutere del progetto, da parte della multinazionale farmaceutica, di chiudere il Centro ricerche veronese e delle possibili conseguenze che ci saranno sui lavoratori.

Nel pomeriggio a Roma ci sarà il tanto atteso tavolo interministeriale che dovrà trovare, invece, una soluzione per scongiurare la chiusura del Centro stesso, soprattutto per evitare la dispersione dei cervelli e del sapere cresciuti a Verona in anni di attività scientifica.

L’incontro tra prefetto e lavoratori sarà seguito da tutti gli organi d’informazione veronese e proprio per questo i dipendenti Glaxo hanno programmato una manifestazione davanti alla prefettura. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le persone sul problema e le ripercussioni che ci sarebbero con la chiusura del Centro e per difendere il proprio posto di lavoro. Sarà una manifestazione pacifica, alla quale parteciperà un sostanzioso numero di ricercatori, ma anche un discreto drappello di dipendenti appartenenti agli altri reparti, i quali sono preoccupati che, o l’intero complesso venga smantellato, o che diventi un mero magazzino dal quale distribuire i “prodotti” farmaceutici. 

Al tavolo interministeriale siederanno, oltre ai ministri Ferrucio Fazio, Sanità, Maurizio Sacconi, Welfare, e Claudio Scajola, Sviluppo economico, i vertici della Glaxo, rappresentati dall’amministratore delegato di Gsk Italia Luc Debruyne e del vice presidente Daniele Finocchiaro, ed i rappresentanti sindacali dei lavoratori, tra i quali anche Francesco Crespi, Rsu della Glaxo scaligera.

Le possibilità proposte fino ad oggi sono tante, ma due dovrebbero essere quelle sulle quali i partecipanti al tavolo si concentreranno maggiormente. La prima è quella dell’assessore regionale alla Salute Sandro Sandri, il quale vorrebbe creare un polo d’eccellenza per la ricerca che comprenda sia i ricercatori della multinazionale che quelli dell’Università scaligera. La seconda soluzione, accennata dal ministro Fazio, richiederebbe la partecipazione di investitori privati locali, i quali eviterebbero allo Stato di intervenire economicamente. Ma verranno considerate anche altre possibilità.
Nel frattempo i quasi 600 ricercatori scaligeri incrociano le dita e sperano di non dover lasciare il proprio posto di lavoro.

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