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Cronaca

Giustizia sotto organico, arrivano 30 lavoratori

Andranno ad integrare l'organico della procura e del tribunale per 3 anni

“Non un traguardo ma un punto di partenza. Mi auguro che questa collaborazione sia la più estesa possibile e che porti a frutti concreti per gli utenti”. Così, penna in mano e documento pronto, il procuratore capo di Verona, Mario Giulio Schinaia, il presidente della Provincia Giovanni Miozzi e il presidente del Tribunale, Gianfranco Gilardi, mettono il sigillo alla convenzione, triennale, che permetterà a trenta lavoratori nelle liste di mobilità di essere impiegati negli uffici giudiziari.

Un protocollo d’intesa che vede Verona capofila dell’iniziativa, come prima convenzione in Italia di questo genere. “Sono da sempre favorevole alle sinergie tra enti- esordisce Miozzi- siano esse in campo economico o sociale. Il grande orgoglio che la Provincia porta in dote si rifletterà sicuramente sul funzionamento degli uffici della pubblica amministrazione”. Un incontro voluto fortemente da tutte le parti, fin da quando l’emergenza provocata dal sotto organico, nelle segreterie degli ambienti giudiziari così come nelle cancellerie, aveva richiesto soluzione tempestiva e adeguata.

“Una prospettiva che favorirà l’occupazione e al contempo un miglioramento del lavoro e del rapporto tra enti- afferma Gilardi- La giustizia è una questione che interessa tutti e il raggiungimento di tali accordi sicuramente farà bene al settore”. Non si parla certamente di assunzioni a tempo indeterminato, i tempi sono quanto mai prematuri, ma Miozzi sembra fiducioso sulla buona riuscita dell’operazione, conscio che l’accordo “potrà portare alla formazione di addetti professionali negli uffici di competenza”. Precisa Miozzi: “Faremo una selezione per stabilire le peculiarità che servono per il caso specifico, e il nostro progetto di inserimento servirà, probabilmente, in futuro, per dare modo ai partecipanti di trovare un lavoro”.

Nessuna retribuzione per i lavoratori, o almeno nessun tipo di integrazione oltre all’assegno di mobilità poiché, come precisa il terzo inciso dell’articolo “l’utilizzo non comporta l’instaurazione di un rapporto di lavoro, né il pagamento di una retribuzione, se gli stessi lavoratori vengono impegnati per un massimo di 20 ore settimanali”.

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