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Cronaca Valverde / Via della Valverde

Giornata mondiale sulla lotta all'Aids: un'ottantina di nuovi a casi a Verona nel 2015

Il primo dicembre è la giornata dedicata alla lotta all'Aids. L'Ulss 20 di Verona ha fornito gli allarmi dati sulla città

Ogni primo dicembre vengono accesi i riflettori sul virus dell'Hiv e sull'Aids, in occasione della giornata mondiale loro dedicata, ma non sarebbero mai da spegnere. Tuttavia, se il tasso di mortalità di questa malattia, grazie al progresso della medicina, sta scendendo, il numero di casi sarebbe in aumento.

Ne parla su L'Arena, Marina Malena, responsabile del centro per le malattie diffusive dell'Ulss 20: "Se nel 2006 chi arrivava tardivamente alla diagnosi era il 20% della popolazione infetta, nel 2014 il numero è salito al 70%. Inoltre, i dati di fine novembre rivelano che, rispetto al 2014, c'è un calo del 20% di affluenza al test, anonimo e gratuito. Chi è colpito dalla malattia si reca nelle nostre strutture quando stanno già comparendo i primi sintomi, simili a quelli della mononucleosi con febbre e problemi alle vie respiratorie". Secondo quanto riporta L'Arena, nel 2015, sono stati confermati 26 nuovi casi all'Ulss 20 e circa una cinquantina al Policlinico Rossi di Borgo Roma. In totale, sono 1600 i pazienti in cura.

Sull'evoluzione nel trattamento della malattia ne parla Massimiliano Lanzafame dell'Azienda Ospedaliera di Borgo Roma: "La ricerca ha fatto passi da giganti nel campo dell'Hiv e la patologia mortale è diventata un'infezione cronica, simile al diabete. Nuove terapie permettono inoltre di non trasmettere più il virus, ed è quindi evidente quanto sia importante la diagnosi per tempo. Chi ha già l'Aids ha infatti una probabilità di mortalità 10 volte più alta, oltre a essere un portatore dell'infezione senza controllo".

I dati sembrano dire che ci si sta dimenticando dell'Aids e ciò farebbe correre maggiori pericoli, soprattutto ai giovani. Contro questo oblio, la Caritas di Verona ha attivato il Progetto Amnesia. Ne parla su L'Arena monsignor Giuliano Ceschi, direttore dell'associazione: "Il Papa ci ricorda che non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Chi ha contratto l'Hiv e vive nel silenzio è tra i lasciati indietro, sia dalla Chiesa che dalle istituzioni, che devono tornare a dare risalto al problema".

Su L'Arena, anche le dichiarazioni del vicedirettore Carlo Croce: "Il virus è sotto controllo grazie alle innovative terapie farmacologiche, mentre sfugge al controllo l'effetto psicologico e umano che provoca. Bisogna parlarne nelle scuole, nelle parrocchie, nelle associazioni sportive e in quelle culturali, per impedire che la vergogna e la paura creino il vuoto e la solitudine

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