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Cronaca Centro storico / Corso Cavour

Giochi e scommesse: crescono le vincite in Veneto, nel 2015 sono 4,5 miliardi

Per quanto riguarda l'anno 2015 nella regione Veneto il settore "giochi" ha restituito 4.551 milioni di euro, registrando così un aumento pari al 3,5% rispetto al 2014

Cresce il totale delle vincite in Veneto per il 2015: il settore giochi ha restituito 4.551 milioni di euro, il 3,5% in più rispetto al 2014 e il 77,8% della raccolta totale da 5.850 milioni, secondo l’elaborazione di Agipronews su dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La spesa regionale, al netto delle vincite pagate, è stata dunque di 1.284 milioni di euro.  

Su New Slot e Vlt la spesa cresce da 835 a 870 milioni di euro, Lotterie e Gratta e Vinci passano da 179 a 180 milioni, mentre il Lotto registra una crescita da 126 a 131 milioni. Per il Superenalotto l’ultimo anno si chiude con una spesa totale regionale da 44 milioni di euro, in calo sui 51 milioni del 2014. Le scommesse registrano una spesa per 24 milioni a cui si aggiungono 5 milioni delle scommesse virtuali, eventi che si trovano sui terminali delle agenzie o sul web. Spesa per il Bingo stabile a 24 milioni, mentre sull’ippica il dato è di 7 milioni di euro.

Intanto il bilancio dei controlli nel settore giochi effettuati in Veneto e Trentino Alto Adige per il 2015 è di ben 2.002 verifiche e 36 persone denunciate. Un dato in crescita sui 1.868 controlli e le 13 denunce del 2014, come si legge sull’ultimo report dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Dalle verifiche effettuate, riporta Agipronews, l'imposta accertata è stata di oltre 177 mila euro.

CONFLITTO NORMATIVO STATO-ENTI LOCALI: IN VENETO GARE SCOMMESSE E BINGO A RISCHIO

Un buco da 500 milioni: è la conseguenza che potrebbe provocare il conflitto normativo sui giochi tra Stato ed enti locali. I prossimi bandi di gara per il rinnovo delle concessioni a 15mila punti scommesse e 210 sale Bingo, riferisce Agipronews, rischiano di andare deserti in ben otto regioni tra cui il Veneto, dove, come accade in Toscana, Liguria, Puglia, Basilicata, Piemonte, Valle d'Aosta Emilia Romagna e nella provincia autonoma di Bolzano, sono già effettive disposizioni che prevedono distanze (tra 300 e 500 metri, ndr) delle agenzie di scommesse da luoghi indicati sensibili, come scuole, ospedali, luoghi di culto, centri di aggregazione sociale, mentre in altre sei Regioni - Lombardia, Abruzzo, Friuli, Umbria, Calabria e provincia di Trento - il "distanziometro" è già in vigore anche per le slot machine. Lo rivela lo studio realizzato da Emmanuele Cangianelli per Mag Consulenti Associati che spiega: «il complessivo quadro normativo italiano determina per gli operatori l'assenza di condizioni minime per la partecipazione alla prossima gara per la raccolta delle scommesse: in tale contesto, diventa oggettivamente difficile per ogni operatore la quantificazione del numero di diritti ottimali (e di conseguenza anche l'offerta economia rispetto ai minimi previsti)».

Dalle gare il Governo ha stimato entrate per 500 milioni: dai 15 mila diritti delle scommesse le relazioni tecniche del Servizio Bilancio di Camera e Senato hanno stimato «un gettito di 410 milioni di euro per il solo anno 2016», mentre per la gara del Bingo si prevede un gettito di «73,5 milioni di euro». Ad oggi sono soltanto quattro le regioni che non hanno ancora approvato una normativa per limitare il gioco sul territorio. Si tratta di Molise, Sardegna, Marche e Sicilia, le uniche, dunque, dove i bandi potrebbero svolgersi senza "ostacoli".

Servirà, dunque, una soluzione politica per salvare gli introiti previsti dal Mef e contemporaneamente tutelare la salute dei cittadini: la palla passa alla Conferenza Unificata, che dovrà siglare l'intesa tra Governo ed enti locali sulla distribuzione delle sale sul territorio, come prevede la manovra 2016. Oltrepassato il termine del 30 aprile, che era stato indicato dalla legge di stabilità, il tema è oggi all'ordine del giorno della Conferenza che dovrebbe avviare il confronto.

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