Gardaland non deve discriminare i down
Con l'onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni chiedo al Governo che si impegni subito
A Mirabilandia in Italia, ma anche Eurodisney di Parigi, o addirittura Disneyland negli Stati Uniti non sussistono tali divieti e le attrazioni più adrenaliniche sono solo talvolta “sconsigliate”, per cui la valutazione viene fatta dall’accompagnatore. D’altra parte, eccezion fatta per la sindrome di Down, le altre disabilità intellettive, peraltro come le cardiopatie o i problemi ossei, non sono in nessun modo individuabili dall’esame sommario degli addetti alle attrazioni, e questo vanifica all’origine la motivazione addotta dalla direzione del parco circa le misure di sicurezza.
Impedire l’accesso ai Down è sbagliato: il fattore di rischio cardiologico in molte persone con sindrome di Down è assolutamente inesistente o comunque minore di persone che non hanno nessun’evidenza fisico-somatica di queste problematiche. Infine, la sindrome di Down in sé non comporta alcun problema motorio. L’unica discriminante utilizzata per negare l’accesso alle attrazioni, in ultima analisi, è data dai loro caratteristici tratti somatici.
Con l'onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni chiedo al Governo che si impegni ad assumere nell’immediato iniziative per garantire la cessazione tempestiva della situazione di discriminazione e ad effettuare un monitoraggio sull’accessibilità dei parchi di divertimento nazionali da parte della clientela con disabilità.