rotate-mobile
Cronaca San Zeno / Corso Castelvecchio

Furto al Museo di Castelvecchio, ipotesi sul movente: collezionismo o riscatto?

Continuano le indagini sul furto di Castelvecchio. Da una parte si cercano i ladri e le opere d'arte sottratte, dall'altra si cerca anche di capire il movente di tale crimine

Proseguono le indagini sul furto compiuto al Museo di Castelvecchio la sera del 19 novembre. Tra le forze messe in campo per recuperare le 17 opere d'arte rubate e per individuare i ladri, c'è anche il Nucleo tutela patrimonio Carabinieri di Venezia.

Su L'Arena, le dichiarazioni del comandante, il maggiore Giuseppe Marseglia: "Stiamo mettendo in campo ogni risorsa. La nostra priorità è ritrovare queste opere. Siamo stati attivati subito dopo il colpo e da quella notte, lavoriamo h 24 a questo caso. Nel caso di Castelvecchio avevamo, per fortuna, beni catalogati da inserire nella nostra banca dati, che è la più grande del mondo. I beni sottratti ai musei sono tutti catalogati e questo facilita il compito. Noi siamo alla ricerca di beni di cui abbiamo anche soltanto descrizioni sommarie dell'opera o del reperto, e questo certo non aiuta. Non so se questo accaduto a Verona sia stato il furto del secolo, so che è il più importante a cui io abbia assistito. E quando sono stato allertato mi sono venuti i brividi nel pensare che uno dei nostri "contenitori, giacimenti", come li chiamiamo, noi era stato violato. Tutte le ipotesi sono aperte. Diciassette opere non sono semplici da trasportare. Vorremmo riuscire a trovarle prima che escano dal nostro territorio, ma non è detto che se varcano i confini non sia possibile recuperarle. È possibile fare rogatorie, attività extragiudiziali e intraprendere accordi diplomatici. Non sappiamo se le opere siano all'estero o qui, per ora, alcuni Paesi stranieri sono più solleciti, con altri abbiamo difficoltà. Sappiamo però che nel momento in cui le individuassimo, potremmo recuperarle. Anche a casa di un emiro arabo. Basta trovarne una, per arrivare a tutte le altre".

Incalzato dal giornalista de L'Arena, il maggiore risponde anche in merito al movente del furto di Castelvecchio: "Le ultime richieste di riscatto a memoria, risalgono agli anni Ottanta, in Veneto avevamo la Mala del Brenta, sono fatti di cui non mi sono occupato. Ma poi negli anni, altre richieste non ne sono pervenute. Sull'ipotesi Isis non abbiamo riscontri oggettivi di presenza di queste organizzazioni. Qual è il collezionista così folle da mettersi in casa anche uno soltanto di questi quadri sapendo che è ricercato in tutto il mondo? Il collezionista gode nel mostrare ad altri".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Furto al Museo di Castelvecchio, ipotesi sul movente: collezionismo o riscatto?

VeronaSera è in caricamento