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Cronaca San Zeno / Corso Castelvecchio

Castelvecchio 23 anni dopo: ancora falle nel sistema di sicurezza del museo

Il 31 ottobre del 1992 un camionista di Bolzano uscì dai locali storici con una tela del Tiepolo: anche allora emersero numerose lacune per quanto riguarda il sistema d'allarme e la sorveglianza delle opere d'arte

Il clamoroso furto messo a segno a Castelvecchio non è il primo episodio simile che si verifica nel museo del centro storico scaligero. 
Il giornale L'Arena ci ricorda come un episodio analogo si verificò il 31 ottobre 1992, quando Gerlandino Molinaro, un camionista bolzanino, uscì dallo stesso museo con una tela del Tiepolo arrotolata sotto il cappotto. Anche all'epoca il colpo venne messo a segno vicino all'orario di chiusura ma venne scoperto solamente la domenica mattina da un guardiano, mentre nell'ultimo caso l'allarme è stato dato circa 80 minuti dopo. Anche in quel caso venne puntato il dito contro il sistema di sicurezza non idoneo. Ecco le parole della giornalista Elena Cardinali che descrisse i fatti di allora, riportate da L'Arena: "I ladri avrebbero rischiato molto di più tentando il colpo fuori l'orario di apertura. Chiuso l'accesso ai visitatori, infatti, viene attivato un sistema d'allarme definito volumetrico, molto sensibile alla presenza di masse mobili nelle sale. Questo meccanismo viene disattivato durante i periodi di apertura, quando la vigilanza resta affidata solo agli occhi degli addetti alla sorveglianza. Ed è proprio questo il punto debole del sistema protettivo della pinacoteca".
Già allora i politici lamentarono l'assenza di fondi, mentre un'inchiesta del giornale scaligero mise a nudo tutte le lacune del sistema di sicurezza. Un custode del tempo si giustificò affermando che il personale era troppo poco per sorvegliare tutte le sale presenti e la stampa locale chiese a gran voce l'installazione di un impianto di sorveglianza a circuito chiuso. 
Il caso del camionista si risolse poco tempo, con la tela che tornò al suo posto nel maggio del 1993 ma la diversa natura dei due colpi non sembra dare spazio ad ottimistiche previsioni: i ladri questa volta sono sembrati veri professionisti, che prima di agire sapevano già cosa fare e cosa prendere. 

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