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Accusati di 47 furti in casa, 5 in manette e 3 denunciati: arresti anche a Verona

L'indagine dei carabinieri della Compagnia di Merate ha avuto il suo epilogo nella notte tra martedì e mercoledì. Secondo gli investigatori, il valore della refurtiva ottenuta nei vari colpi, si aggira intorno ai 100 mila euro

Il blitz dei carabinieri della Compagnia di Merate a Verona e Canonica d'Adda, in provincia di Bergamo, è scattato nella notte tra martedì e mercoledì, per eseguire l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un cittadino italiano e 4 albanesi, di età compresa tra i 29 e i 56 anni, tutti indagati a vario titolo per 47 furti in abitazione, consumati e/o tentati, messi a segno da novembre 2020 al mese in corso in vari paesi del Meratese e della limitrofa Bergamasca, in particolare nei Comuni di Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolziocorte, Carenno e Villa d’Adda.
Altre 3 persone, un uomo ed una donna albanesi ed una romena, sono state invece deferite in stato di libertà perché, pur essendo ritenute complici in alcuni episodi, avrebbero svolto ruoli minori.

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Le indagini

Secondo le forze dell'ordine, si tratterebbe della banda che nei mesi scorsi ha imperversato nella frazione Sartirana del Comune di Merate. E proprio da questi episodi, lo scorso novembre hanno preso il via le indagini dell’Aliquota Operativa, coadiuvata dai colleghi della stazione locale, svolte con lunghi appostamenti, affiancati da accertamenti di tipo tecnico, tutto sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Lecco che, condividendo i risultati, ha formulato al gip del tribunale locale la richiesta della misura restrittiva. 

I controlli capillari del territorio svolti con agenti in divisa ed in borghese, anche con il supporto delle Squadre d’Intervento Operativo del 3° Reggimento CC “Lombardia”, nei mesi scorsi ha permesso agli investigatori di focalizzare la propria attenzione su alcuni mezzi mezzi sospetti parcheggiati in zona, non direttamente riconducibili agli indagati ma che i successivi accertamenti avrebbero mostrato essere stati utilizzati per compiere i furti. 
Nonostante gli arrestati fossero tutti senza fissa dimora, complicando così ulteriormente le indagini, i militari avrebbero indivuduato alcune abitazioni d'appoggio situate in Comuni non lontani dalle aree in cui poi si sarebbero diretti per effettuare le loro razzie. 
Gli orari preferiti per i colpi sarebbero stati quelli tardo pomeridiani in inverno, in cui si poteva approfittare dell’oscurità e dell’assenza delle persone da casa, e, con l’approssimarsi dell’estate, della notte fonda. Neppure il timore dei controlli avrebbe fermato i presunti malviventi, che più volte avrebbero violato il coprifuoco imposto a causa del Covid-19 e non si sarebbero neppure fatti troppi scrupoli per la possibilità di essere scoperti dai proprietari che dormivano in casa.

Gli arresti, secondo i carabinieri, avrebbero permesso di interrompere una spirale di furti che sarebbe potuta andare avanti e aumentare di frequenza durante il periodo delle vacanze estive, dal momento che le persone indagata non avrebbero, nè starebbero cercando un'attività lavorativa stabile e regolare, dedicandosi a tempo pieno a questi furti. 
Classiche le modalità d’azione. Una volta individuato l’obiettivo, spiegano gli uomini dell'Arma, i ladri cercavano di entrarvi mediante l’utilizzo di vari attrezzi da scasso, che poi, al termine dei furti, venivano nascosti in diversi luoghi per eludere i controlli di polizia.

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Arresti e sequestri

Tre degli indagati sono stati fermati in autostrada, nei pressi di Verona, mentre si stavano allontanando in macchina per recarsi temporaneamente all’estero, altri due sono stati sorpresi in una delle abitazioni in uso. Nel contesto sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro numerosi arnesi da scasso e la somma totale in contanti di circa 5 mila euro, ritenuta dagli investigatori parte del provento delle attività illecite.
Sono in corso accertamenti sui canali di ricettazione della merce rubata, dal momenti che è stato stimato che, approssimativamente, il valore della refurtiva si aggiri intorno agli oltre 100 mila euro.

Le forze dell'ordine hanno riferito due particolari singolari relativi alla vicenda. L’italiano destinatario dell’ordinanza, il 56enne A.D., in passato era stato un poliziotto penitenziario, poi tratto in arresto poiché accusato di essere colluso con alcuni detenuti a cui venivano procurati cellulari e stupefacente. Lo stesso, da agosto 2020, percepisce il reddito di cittadinanza: verranno quindi avviate le procedure con la competente Direzione Provinciale dell’Inps per l’immediata revoca del beneficio.
Gli arrestati sono stati condotti nelle carceri di Verona e Bergamo, in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.

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