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Cronaca San Bonifacio / Strada Porcilana

In fuga dopo la rapina e inseguiti da un cittadino: rintracciati ed arrestati

Tre persone sono finite in manette per aver rubato un Rolex da 30mila euro ad un imprenditore vicentino: fondamentale la collaborazione della popolazione, che ha permesso ai carabinieri di individuare i malviventi

Tre criminali sono stati assicurati alla giustizia, grazie ad un bell'esempio di sinergia tra cittadinanza ed Arma dei carabinieri. 
Erano circa le 10 del mattino di mercoledì, quando alla centrale operativa della Compagnia di San Bonifacio è arrivata la telefonata di un privato cittadino che riferiva di aver appena assistito ad una rapina nella zona industriale di Gambellara. L'uomo ha raccontato di tre persone fuggite a forte velocità, su veicolo diretto verso San Bonifacio e lo stesso segnalante si è poi messo al loro inseguimento lungo la SR11, restando in contatto telefonico con le forze dell'ordine. 
Il tallonamento è proseguito fino alle vicinanze dell’Abbazia di San Pietro, dove il testimone ha perso di vista l'autovettura. 

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Poco dopo però, durante la sua folle corsa, il conducente della macchina in fuga ha perso il controllo del mezzo, che è rimasto incidentato in seguito alla collisione contro il cordolo di una rotonda. A quel punto gli occupanti, descritti come due donne ed un uomo, sono usciti dall'abitacolo e si sono dileguati a tutta velocità nei campi vicini, abbandonando il veicolo con il motore acceso. 
Una scena che però non è passata inosservata agli occhi degli altri automobilisti, i quali, con lo stesso senso civico del cittadino che si era lanciato all’inseguimento del mezzo, si sono messi a loro volta in contatto con la centrale operativa dei carabinieri, descrivendo quanto stava accadendo.

A quel punto una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, coadiuvata dalle altre delle stazioni carabinieri della Compagnia di San Bonifacio, tutte già allertate per le ricerche, ha rintracciato e bloccato i tre che, a bordo di un furgone, avevano raggiunto la strada Porcilana e si dirigevano a Verona. Il conducente del mezzo, all'oscuro della rocambolesca vicenda, aveva dato loro un passaggio poiché una delle due donne in fuga, essendo in gravidanza, aveva simulato la rottura delle acque.

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Nel frattempo, è stata fatta piena luce sugli accadimenti attraverso la formalizzazione della denuncia della vittima, un imprenditore vicentino. Questo ha raccontato che, mentre si trovava in auto e si accingeva ad entrare nella propria ditta, è stato avvicinato da una delle due donne la quale, con la scusa di chiedere delle informazioni finalizzate ad un’eventuale assunzione in azienda, lo ha indotto ad abbassare il finestrino e, con violenza e l’aiuto dell’altra donna, gli ha sfilato dal polso un orologio Rolex del valore di 30 mila euro. Dopodiché le due hanno raggiunto di corsa l’auto che le attendeva, guidata dal terzo complice ed utilizzata per la fuga.

Si trattava di tre giovani di nazionalità romena, pregiudicati e domiciliati presso il campo nomadi di Verona di Strada La Rizza: P.V., classe 1993; M.A., classe 1996; e S.M., classe 1996. Per loro dunque sono scattate le manette per concorso in furto con strappo aggravato e sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza di San Bonifacio.
Comparsi giovedì mattina davanti al Giudice Monocratico del Tribunale di Verona, i tre rei hanno ammesso le loro responsabilità: al termine dell'udienza sono stati disposti gli arresti domiciliari per la donna incinta e la custodia in carcere per gli altri due indagati.

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