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Manodopera, facchinaggio e logistica nella grande distribuzione: presunta frode dell'IVA da 8 milioni

Le perquisizioni dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia sono arrivate anche a Verona: 8 finora gli indagati

Frode dell'IVA nel settore della fornitura di manodopera, facchinaggio e logistica al servizio della cosiddetta grande distribuzione organizzata. È questa l'accusa che giovedì 24 febbraio ha portato i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia ad eseguire il provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Padova nei confronti di 8 indagati e di numerosi altri soggetti, tra persone fisiche e società, sui quali sarebbero venuti alla luce indizi di colpevolezza.
Complessivamente sono 44 le perquisizioni locali e domiciliari che le Fiamme gialle veneziane stanno eseguendo nelle province di Venezia, Belluno, Treviso, Padova, Verona, Rovigo, Udine, Brescia, Monza-Brianza, Bologna, Piacenza, Cremona, Rimini, Roma, Barletta-Trani, in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali interessati.

Dal preliminare approfondimento ed analisi di dati acquisiti attraverso il monitoraggio delle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, ha preso il via la complessa attività investigativa che avrebbe permesso di individuare una rete di società articolata su due livelli di operatività, con alla “base” della struttura (collocata al cosiddetto “primo livello”) una serie di piccole cooperative che avrebbero fatturato ingenti importi relativi a facchinaggio nei confronti di società “intermedie” (il cosiddetto “secondo livello”), le quali, a loro volta, avrebbero fatturato nuovamente il medesimo servizio a primarie imprese della grande distribuzione (queste ultime non sarebbero state consapevoli della frode), con le quali avevano stipulato importanti contratti di fornitura di manodopera.
Secondo le forze dell'ordine, le società poste al primo e al secondo livello, a fronte di rilevanti volumi d’affari realizzati in un arco temporale molto limitato (poco più di un anno), non avrebbero ottemperato poi ai previsti obblighi dichiarativi e di versamento delle imposte. Il loro continuo cambio di sede avrebbe permesso ai presunti autori della frode di rendere più difficoltosa l’attività di controllo da parte dell’amministrazione finanziaria.

L’evasione fiscale è stata quantificata, ad oggi, in oltre 8 milioni di euro e avrebbe permesso alle imprese in questione, risparmiando indebitamente sull’IVA, di offrire il loro servizio a prezzi ribassati rispetto a quelli di mercato.
Sono in corso ulteriori indagini e le perquisizioni odierne sono finalizzate a consolidare il quadro probatorio a carico degli indagati e a individuare eventuali ulteriori responsabili.

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