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Cronaca Centro storico / Via Roma

Fondazione Arena, in forte rischio la trasferta a San Pietroburgo per l'Aida

Avrebbe dovuto inaugurare un nuovo stadio, ma pare quasi certamente non si farà. Un mancato guadagno per i lavoratori costretti già a rinunciare a due mensilità di stipendio

È diventata quasi una certezza. L'Aida della Fondazione Arena che il prossimo 17 novembre avrebbe dovuto inaugurare un nuovo stadio a San Pietroburgo non andrà in scena. Un mancato spettacolo che per i lavoratori significherà un mancanto guadagno per gli operatori pagati 10 mesi su 12 a causa della cura dimagrante a cui è stato costretto il bilancio dell'ente pur di accedere alle agevolazioni finanziarie della Legge Bray. Obiettivo raggiunto, il piano di risanamento è stato approvato, i soldi della Legge Bray arrivano, ma i lavoratori hanno dovuto rinunciare a due mensilità e i soldi che avrebbero guadagnato grazie a questa trasferta avrebbero fatto superare meglio il periodo a salario zero.

Una questione di soldi. Pare sia questa la vera motivazione dell'annullamento dello spettacolo in Russia. Eccessive le pretese economiche della Fondazione, che a questo punto dovrà fare i conti con dei dipendenti scontenti e pronti allo stato di agitazione sindacale. E l'ex sindaco e presidente della Fondazione Arena Flavio Tosi aggiunge: "Il piano economico sul quale venne basato il preaccordo era stato costruito e condiviso sui criteri che da sempre sottendono a queste tipologie di trasferte e cioè: costi per trasporti, vitto e alloggio, diarie, costo dell'eventuale personale aggiunto, noleggi e diritti a carico di chi ospita. Se invece a queste cifre si aggiunge anche il costo del personale stabile, il risultato sarà che la nostra fondazione lirica non andrà mai più in trasferta, perché nessun altro teatro del resto del mondo richiede questa condizione contrattuale, eccessivamente onerosa per qualsiasi organizzatore".

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