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Cronaca Centro storico / Via Roma

Fondazione Arena, protesta dei lavoratori, debito e rilancio: si tenta la mediazione

Il sindaco Flavio Tosi e il sovrintendente Girondini il 27 novembre dovrebbero incontrare di nuovo i sindacati dei lavoratori che hanno occupato la sede di Fondazione Arena in via Roma

Nella giornata di venerdì 27 novembre, il sindaco di Verona, nonchè presidente di Fondazione Arena, e il sovrintendente Francesco Girondini dovrebbero incontrare nuovamente i rappresentati sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Cisal) dei lavoratori dell'ex ente lirico, che dal 13 novembre stanno occupando la sala Fagiuoli della sede di via Roma, per protestare contro la disdetta del contratto integrativo a partire da gennaio 2016. Il primo incontro tra le parti non aveva sortito gli effetti sperati.

Su L'Arena, le dichiarazioni in merito del sindaco Flavio Tosi: "Io e Girondini faremo ancora un tentativo per trovare un accordo con i sindacati che ci avevano chiesto di ritirare il provvedimento. Ci confronteremo e vedremo se la loro volontà è aprire una trattativa sull'integrativo aziendale". Il primo cittadino cita anche un comunicato dei sindacati nazionali in cui si chiede di organizzare un incontro con il ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini: "Questa nota parte dalla situazione dell'Arena ma poi analizza la situazione complessiva delle fondazioni lirico-sinfoniche, drammatica. E i sindacati dovrebbero capire che a Verona siamo messi meno peggio di altri e la situazione difficile va raddrizzata con buon senso, non con le occupazioni né difendendo l'indifendibile".

Sulle colonne del quotidiano, Tosi ribadisce nuovamente la sua contrarietà al ricorso alla legge Bray, proposta da più parti: "Ai sindacati lo abbiamo detto. Noi cerchiamo una via di risanamento che non crei conseguenze drammatiche, mentre con la legge Bray si deve dichiarare lo stato di crisi e il ministero deve poi aprire una finestra temporale. Ma così il taglio del personale è del 50 per cento. È un bagno di sangue. Noi invece stiamo razionalizzando tutte le voci di costo, stiamo rimodellando il marketing, e poi il piano industriale individua decisioni strategiche. E una è ricontrattare l'integrativo aziendale. Parte della Bray l'abbiamo già chiesta, per rincontrare i mutui con la Cassa depositi e prestiti. Avremo presto un incontro a Roma al ministero per chiudere questa partita che ci porterebbe a risparmiare oltre mezzo milione all'anno sul costo del debito. Noi però vorremmo evitare la Bray intera, ma se sindacati lo capiscono, sarà loro responsabilità".

Intanto, dalla RSU e i lavoratori del Teatro dell'Opera di Roma Capitale, arriva un comunicato di solidarietà nei confronti dei colleghi veronesi:

La RSU del Teatro dell'Opera di Roma Capitale, appresa la notizia che la Direzione della Fondazione Arena di Verona ha deciso di tagliare la retribuzione relativa al contratto integrativo dei propri lavoratori, esprime le propria vicinanza e solidarietà nei loro confronti stigmatimando la decisione improvvisa e unilaterale della Fondazione Veronese. La retribuzione integrativa non è un privilegio, ma quanto dovuto ai lavoratori in base ad accordi che modificano le condizioni contrattuali definite dal CCNL, rendendo più elastico, produttivo ed efficiente il funzionamento del teatro stesso. Venir meno a tale retribuzione è una gravissima inadempienza e l'ennesimo atto che si inserisce in una politica tesa a tutto fuorché alla valorizzazione del patrimonio lirico nazionale. L'eccellenza lirica italiana, marchio distintivo dell'identità culturale italiana, è rappresentata dalle maestranze che sono, e sempre saranno, il vero centro produttivo di questo mestiere "artigianale" e altamente specializzato, insostituibili per il buon funzionamento della "fabbrica" lirica. La Rappresentanza Sindacale Unitaria e i dipendenti tutti del Teatro dell'Opera di Roma Capitale sarà al fianco dei colleghi veronesi per qualsiasi forma di lotta si deciderà di intraprendere.

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