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Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Antonio Galtarossa, 21

"Fnm spende 21 milioni per Atv? Manderemo un esposto alla Corte dei Conti"

È Legambiente ad annunciare il provvedimento in caso l'operazione dovesse concludersi: "Nessuna contrarietà ai processi di aggregazione societaria tra diverse aziende. È necessario però che esse vengano giustificate da precisi piani industriali e da una seria ed approfondita analisi costi-benefici"

Se Ferrovie Nord Milano Autoservizi (FNMA) acquisterà al prezzo di 21 milioni il 50% di ATV, vale a dire 10 milioni in più rispetto alla base d’asta, manderemo un esposto alla Corte dei Conti della Lombardia. Si accerterà se ci sia stato un danno erariale per l’acquisto del pacchetto azionario, visto che FNMA è controllata al 100% dal gruppo Ferrovie Nord Milano (FNM), compagnia ferroviaria italiana che, a sua volta, è in mano per il 57% alla regione Lombardia e per il 14% alle Ferrovie dello Stato (FS). Non solo: sarebbe interessante sapere cosa dicono i soci privati che detengono il 27% della società quotata in borsa a Milano.

Ad annunciare il provvedimento è Legambiente, che esprime così il proprio punto di vista sull'acquisizione delle quote dell'azienda veronese da parte del gruppo lombardo. 

Non c’è nessuna contrarietà nei confronti dei processi di aggregazione societaria tra diverse aziende di trasporto. È necessario però che esse vengano giustificate da precisi piani industriali e da una seria ed approfondita analisi costi-benefici. Va infatti verificato se esistano oggettivamente le condizioni per raggiungere economie di scala, di scopo o di densità. Fino a prova contraria l’acquisizione ad oggi non risponde ad alcuna logica industriale. Anzi, l’esperienza nazionale è quella che più aumentano le dimensioni di un’azienda, maggiori sono i costi di gestione, ed anziché economie di scala si realizzano delle diseconomie.

L'associazione ambientalista italiana rilancia poi la necessità di una politica trasparente, che guardi alla salute dei cittadini puntando ad una progressiva diminuzione dell'inquinamento. Come? Puntando proprio sul servizio di trasporto pubblico. 

L’emergenza ambientale e il pessimo stato della qualità dell’aria richiedono non operazioni di oscura manipolazione finanziaria bensì di un rilancio del trasporto pubblico a Verona, che decresce anziché crescere e che si attesta ben al di sotto della media nazionale per viaggi/abitante effettuati.

Servirebbero l’introduzione di elementi di concorrenza e il superamento degli assetti garantiti dal monopolio. In tutta Europa i trasporti pubblici sono più efficienti e muovono più passeggeri, grazie all’adozione di modelli di liberalizzazione (graduale) garantiti da regole e obiettivi certi e vincolanti che hanno sottratto le aziende alle gestioni clientelari.

Servirebbe un Piano della Mobilità che individui correttamente gli scenari praticabili modellando e facendo interagire soluzioni di TPL, ciclabilità e trasporto privato.

Servirebbe un sistema filoviario, per il quale ancora nutriamo forti perplessità per efficienza ed efficacia rispetto alla metro-tranvia precedentemente autorizzata e finanziata, che non preveda l’eliminazione delle tratte delle linee su gomma che sono in sovrapposizione alle tratte del nuovo sistema, con una perdita complessiva di circa un terzo dei chilometri coperti dalle attuali linee.

Servirebbe un sistema filoviario che scorra esclusivamente su corsia preferenziale e non in promiscuità con le auto, garantendo in questo modo velocità di spostamento e maggiore puntualità, elementi indispensabili per garantirne un utilizzo certo e continuativo.

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