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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via Cappello

Fnac Verona riapre lunedì 15 luglio, mantenuti 36 dipendenti su 39

Il negozio di via Cappello è passato in gestione allo stesso Gruppo di Trony, Dps, che ha scelto di diminuire lo spazio riservato ai libri e ingrandire quello degli elettrodomestici

"Dovrebbe" riaprire il 15 luglio, alle 9e30, il negozio Fnac di via Cappello. Il condizionale è d'obbligo dopo le lunghe traversie di cui è stato protagonista, suo malgrado. E i dipendenti, ovviamente, impauriti di perdere il lavoro dopo la decisione della società francese di chiudere i locali aperti in Italia. A Roma, Firenze, Grugliasco, Torino, Milano, Genova, Napoli e Verona, appunto. La riapertura con la nuova proprietà, in realtà, era attesa già il primo giugno, ma il Tribunale ha deciso solo qualche giorno fa, dopo la chiusura definitiva del negozio di via Cappello, avvenuta il 30 giugno. Ora l'intero futuro della catena italiana è in mano a Dps Group, che ha affittato da Fnac il ramo d'azienda. Le riorganizzazione passa anche dal personale, che, tuttavia, è uscito praticamente indenne dal Piano: 36 dipendenti su 39 saranno reintegrati, e due in cassa integrazione, su base volontaria. Non verrà modificata l'insegna e sarà mantenuto il legame con la vecchia gestione. Questo per favorire i clienti affezionati ma anche per contenere i costi di arredamento e "ristrutturazione". In sostanza cambieranno le disposizioni delle scaffalature e sarà incrementata la zona riservata agli elettrodomestici, probabilmente a scapito di quella dei libri, settore che da anni è in picchiata di guadagni. Per richiamare gente, come spiega l'Arena, sarà anche rinnovata la stagione degli eventi culturali, fiore all'occhiello del centro di Verona.

LA RICOSTRUZIONE - Il lungo braccio di ferro tra la Francia e l'Italia, per i negozi Fnac risale al settembre 2012, quando il gruppo PPR (Pinault-Printemps-Redoute, proprietario del marchio Gucci, Puma e Yves Saint Laurent, tra gli altri) aveva deciso di chiudere le sedi italiane per il 31 dicembre dello stesso anno. La causa era da imputare "all'insostenibilità della gestione e del calo delle vendite". In ottobre i circa 600 dipendenti procedono verso lo sciopero nazionale e presidi verranno organizzati durante tutto il periodo di trattative tra PPR ed eventuali società esterne interessate. A gennaio 2013 viene decisa la chiusura di Roma e Firenze e la riduzione dei dipendenti nelle altre sedi. Il 22 aprile scorso arriva l'offerta di Dps Group, proprietaria di Trony. Alla fine di giugno il Tribunale ha dato il via libera per il concordato preventivo e le cinque filiali originarie (Genova, Torino, Milano, Napoli e Verona) sono passate a Dps.

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