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Cronaca Cerea

Tagli alla sanità nella Bassa veronese, i sindaci firmano una diffida alla Regione

“C'è una tale disuguaglianza di trattamento fra il nord e il sud della nostra provincia che non si può accettare" ha rilevato il presidente Miozzi

Stamattina, nella sala consiliare del Comune di Cerea, il presidente Giovanni Miozzi ha partecipato all'incontro dei sindaci della Bassa veronese, convocato per la sottoscrizione del documento di diffida alla Regione nell'adottare provvedimenti che comportino la dismissione o il depotenziamento degli ospedali.

Il documento - inviato a Luca Zaia, Luca Coletto, Leonardo Padrin, Alessandro dall'Ora, Daniela Carraro, al prefetto Perla Stancari e al Tribunale del malato – contiene la denuncia del vuoto sanitario a cui sono soggetti i cittadini della pianura veronese, che rappresentano circa un quarto dell'intera popolazione della provincia. La pianura può contare su un unico ospedale di rete (Legnago), mentre nella parte nord ve ne sono addirittura cinque (Bussolengo, Azienda ospedaliera di Verona, Negrar, San Bonifacio Peschiera). I sindaci diffidano, dunque, la Regione e  le Ulss dal prendere qualsiasi iniziativa senza aver prima ascoltato il territorio.

Intanto, lunedì, in Sala Rossa del Palazzo Scaligero, il presidente Miozzi e i 25 sindaci consegneranno personalmente il documento a tutti i consiglieri regionali veronesi.  

 “C'è una tale disuguaglianza di trattamento fra il nord e il sud della nostra provincia che non si può accettare – rileva Miozzi-. In termini di strutture sanitarie, c'è un quarto dei veronesi che se va bene impiega almeno mezz'ora prima di raggiungere l'ospedale più vicino. Senza contare che le ultime notizie riguardano la sistemazione in container a Villafranca delle sale operatorie. Voglio proprio conoscere la persona che porterebbe un suo caro a farsi operare nei container che sono stati utilizzati in Afghanistan. La Regione si accorgerà che c'è un territorio unito nel difendere i suoi diritti e che non è disposto a farsi scavalcare”.
 

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