rotate-mobile
Cronaca

Fermo da anni progetto antialluvione

Bloccato l'allargamento del ponte Motta di San Bonifacio e un bacino "di sicurezza" nel vicentino

L'alluvione poteva essere evitata. E' un dato su cui tutti concordano. Da tempo si conosce la potenziale bomba costituita dal nodo idrogeologico di San Bonifacio, con il ponte della Motta, più basso di mezzo metro rispetto agli argini, che restringe l'Alpone di otto o nove metri. Un vero e proprio tappo. L'esondazione è stata inevitabile. Da circa cinque anni i tecnici del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta hanno nel cassetto un progetto che prevede la costruzione di un bacino idrico nel vicentino, nei Comuni di Montorso e Zermeghedo, che possa raccogliere l'acqua nei periodi "di piena". Monteforte d'Alpone, Soave e San Bonifacio sarebbero rimasti all'asciutto.

Un'opera da settantotto milioni di euro, secondo l'ultima valutazione d'impatto ambientale. Dalla Provincia dicono che non ci sono mai stati i fondi necessari. Ci si è limitati a soluzione tampone. Ora, dopo l'emergenza, l'opera verrà inserita nel Cipe. Con un territorio messo in ginocchio. Poi partirà la gara d'appalto, per cui ci vorrà ancora un anno. Infine l'inizio dei lavori, sempre che inizino. Perché i sindaci dei Comuni del vicentino non ci stanno, e chiedono una soluzione alternativa. "Non possiamo permettercelo - ha dichiarato il sindaco di Montorso Vicentino Diego Zaffari - il progetto prevede l'abbassamento degli argini di due metri. Ciò metterebbe in crisi la viabilità. Senza contare che secondo i nostri calcoli ci vorrebbero quindici anni per completarlo". Per i bacini si cercano altre aree a monte di Montorio e Soave. Costo previsto cinque milioni, durata dei lavori due anni. Se è la soluzione, fate in fretta.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fermo da anni progetto antialluvione

VeronaSera è in caricamento