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Federfarma mette in guardia: "Attenzione alle abbronzature facili, no alle creme fai da te"

L'associazione dei farmacisti consiglia i cittadini sulle protezioni solari opportune e sul corretto utilizzo di queste: "Se la crema presenta una consistenza non omogenea e genera un odore rancido è il chiaro segno che è andata a male"

La prima cosa da fare è sfatare il mito che le alte protezioni non facciano abbronzare, - fanno sapere da Federfarma - semmai è il contrario perché la pelle non venendo aggredita dal sole non si brucia reagendo con la desquamazione, ma fa affiorare l’abbronzatura gradatamente, in maniera più stabile e duratura. Quindi il primo passo corretto da compiere è proprio la scelta giusta del prodotto che deve essere quanto mai protettivo e, a seconda del tipo di pelle, più o meno emolliente. Un occhio particolare va rivolto alle pelli sensibili e sempre a quelle dei bambini, che non devono mai comunque essere esposti al sole nelle ore più calde della giornata. È quindi estremamente importante affidarsi, al di là di alcune pubblicità troppo sibilline, al consiglio mirato di un Professionista; anche in questo ambito il Farmacista può offrire un suggerimento qualificato ed importante per prevenire fastidi, irritazioni ed ustioni. È importante quindi leggere molto bene l’etichetta del solare per comprendere il vero grado di protezione; anche per questo è consigliabile farsi aiutare da un Professionista.

"Attenzione anche alla data di scadenza del solare che essendo un cosmetico è obbligatoria, oppure al PAO (period after opening -periodo di validità una volta aperta la confezione, obbligatorio in caso di mancanza di scadenza) simboleggiato dal pittogramma di un barattolo aperto e una durata (ad esempio 12M significa dodici mesi) – spiega Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona, l’Associazione dei titolari di farmacia -. Attenzione però anche a come abbiamo usato il solare l’estate precedente perché basta averlo portato spesso in spiaggia, lasciato sotto il sole rovente, nella borsa o in auto, perché il suo livello di conservazione sia calato drasticamente. In ogni caso se la crema presenta una consistenza non omogenea e genera un odore rancido è il chiaro segno che è “andata a male” ed è quindi inutilizzabile. Per questo motivo una crema solare potrebbe durare anche meno dei 12 mesi indicati dalla data di scadenza. Un altro consiglio che mi sento vivamente di dare è quello di non ricorrere a sistemi fai da te utilizzando olii strani più o meno esotici che possono causare anche scottature profonde assai deleterie per quanto riguarda la prevenzione del melanoma cutaneo. Purtroppo ogni anno gli organi di informazione, anche locali, riportano casi veramente gravi di ustioni, con danni talvolta permanenti, provocate da olii particolari, “anche fatti in casa” suggeriti dalle mode e dalle novità del momento. Evitare quindi tassativamente il “fai da te”; ricorrervi può essere veramente pericoloso. Le creme/oli solari, inoltre, vanno trattati bene: è quindi preferibile evitare di travasarle da un recipiente ad un altro, mischiarle ad altri ingredienti, acqua compresa ed è consigliabile scegliere confezioni medio, piccole e in tubetto che inducano ad un minore contatto con la sabbia e in generale con elementi esterni poco puliti, mani comprese. Ricordarsi infine di rinnovare spesso l’applicazione dei solari durante la giornata, specialmente dopo i bagni, ma anche durante le passeggiate montane che provocano intensa sudorazione.
Usare in maniera corretta la protezione solare – conclude Bacchini – è un lasciapassare per la salute di tutta la famiglia che si rivela in maniera ancora più importante- direi fondamentale- se la vacanza è condotta in Paesi e località dove, a causa dell’inquinamento si registra un maggiore assottigliamento dello strato di ozono che quindi consente ai raggi nocivi del sole di aggredire in maniera ancora più diretta la pelle".

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