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Cronaca San Zeno / Viale Cristoforo Colombo

Scoperte 2 false cooperative: 726 lavoratori "in nero" e 8 milioni di euro evasi

Quattro persone sono state denunciate nell'ambito dell'operazione condotta dalla guardia di finanza di Verona, che ha interessato due società del settore logistico

La guardia di finanza di Verona ha scoperto un sodalizio che utilizzava in modo fraudolento società cooperative al fine di conseguire illecitamente ingenti risparmi d’imposta.
L’attività investigativa ha interessato due società del settore logistico, in particolar modo di facchinaggio, operanti nella provincia scaligera che, tra il 2013 e il 2016, hanno sottratto alle casse dello Stato oltre 8 milioni di euro tra imposte sui redditi, Iva, Irap e contributi previdenziali.
Nello stesso periodo, tutti i 762 lavoratori subordinati venivano sistematicamente impiegati in maniera irregolare e alla fine i quattro soggetti responsabili sono stati denunciati per reati fiscali alla Procura della Repubblica.

L'operazione si colloca nell’ambito di una più ampia analisi di rischio che sta interessando diverse società cooperative operanti nella provincia di Verona. La natura mutualistica e l’assenza di finalità speculative, elementi che devono caratterizzare la forma societaria in questione affinché si possano ottenere i vantaggi fiscali riservati alle cooperative, sono talvolta solo formalmente rispettati ma, in realtà, si espongono a meccanismi fraudolenti finalizzati all’evasione fiscale e contributiva.

Le indagini delle fiamme gialle, iniziate nel gennaio del 2016, hanno interessato in maniera trasversale tanto l’aspetto fiscale quanto l’aspetto legato alla lotta al sommerso da lavoro. In quest’ultimo ambito si è rivelata efficace la collaborazione tra la guardia di finanza di Verona e l’ufficio ispettivo dell’Inps, grazie al quale i militari hanno potuto constatare in capo alle società un’evasione contributiva per circa 900.000 euro.

Gli accertamenti esperiti in materia giuslavoristica hanno inoltre consentito di appurare che le due società, oltre a corrispondere in parte redditi “in nero” ai lavoratori, erano solite fare indebitamente ricorso ad indennità di trasferte, rimborsi chilometrici e rimborsi spese generiche al fine di sottrarre a tassazione e contribuzione i redditi corrisposti ai dipendenti per ore di lavoro effettivamente prestate. È stato pertanto rilevato l’impiego di ben 762 lavoratori in posizione irregolare.

Per ciò che attiene al profilo fiscale, i finanzieri hanno rilevato che le due cooperative hanno sistematicamente omesso gli obblighi di versamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto e delle Ritenute Irpef sul lavoro dipendente per milioni di euro; inoltre, per l’anno d’imposta 2014, è stata riscontrata l’infedele dichiarazione di ingenti elementi positivi imponibili ai fini Ires e Iva. Di conseguenza, i responsabili sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per reati fiscali.

Determinanti per le indagini si sono rivelate le segnalazioni per operazioni sospette, previste dal decreto legislativo numero 231 del 2007, in tema di prevenzione del riciclaggio: infatti, in 7 diversi casi, gli istituti di credito e bancari hanno segnalato che i soggetti responsabili delle asserite società cooperative avevano effettuato ingenti movimenti in contanti di denaro.

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