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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sona

Delitto Meche: confermato l'ergastolo per il giovane straniero

La cassazione non ha accettato la versione del ragazzo immigrato e ha convalidato la massima pena. Si conclude così una vicenda giudiziaria iniziata ben quattro anni fa in una villetta di Lugagnano

Il delitto Meche torna al centro della cronaca cittadina. Sarebbe infatti stata confermata la condanna a distanza di quattro anni dai terribili eventi. Ergastolo, ribadito nel terzo grado di giudizio, per il giovane romeno accusato di aver ucciso il 23 aprile del 2008 i coniugi Meche. Si chiude così la vicenda giudiziaria legata ad un delitto terribile per il quale non sono mai esistiti altri imputati né sospetti. L'unica ad aver sempre difeso il ragazzo con la faccia d'angelo, la sorella. Che ha continuato a sostenere come sia stato considerato responsabile da subito, condannato senza prove e senza possibilità di difesa.

LA VICENDA -  Luigi Meche e Luciana Rambaldo vennero trovati morti nella loro villetta di Lugagnano di Sona. Il ragazzo condannato, all'epoca ventenne, da poco in Italia, lavorava per loro. Venne arrestato il giorno dopo il delitto al porto di Civitavecchia mentre cercava di imbarcarsi per la Corsica. Al momento del fermo ammise di aver ammazzato l'uomo. Costretto, raccontò, dalle continue avance sessuali che Luigi Meche gli avrebbe rivolto. Negò però sempre di essere il responsabile della morte della moglie, trovata seminuda e senza vita nella camera da letto.

L'ALTRA VERSIONE - Secondo la versione dell'imputato, Meche l'avrebbe costretto ad avere un rapporto con la Rambaldo, sotto i suoi occhi. Avrebbe poi preteso di più e a quel punto lui l'avrebbe ammazzato, a martellate. Una versione che però non è mai stata accolta, né nella corte d'assise di Verona né da quella d'appello di Venezia. E nemmeno dalla cassazione che ieri ha confermato il carcere a vita per il ragazzo ora 24enne. 

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