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Emergenza coronavirus nelle case di riposo, a Verona pronti allo sciopero

Protestano i dipendenti dell'Istituto Assistenza Anziani che lamentano poca sicurezza. Nelle strutture veronesi, i contagiati, tra ospiti e lavoratori, sono 42 e 2 i decessi

È vero, il coronavirus colpisce tutti, giovani e anziani, ma è dall'inizio dell'emergenza che si continua giustamente a ripetere che gli anziani sono i più esposti al rischio peggiore per i contagiati dal virus, il decesso. Gli uomini e le donne in età avanzata potrebbero non riprendersi, una volta contratto il morbo, e per questo l'attenzione della Regione Veneto è sempre alta nei luoghi in cui c'è più concentrazione di anziani: le case di riposo. In tutto il Veneto sono 360 ed ospitano circa 30mila anziani. E ieri, 25 marzo, l'ente regionale ha fornito i dati sulla diffusione del coronavirus nelle case di riposo venete: tra gli ospiti i contagiati sono 336 e i morti 30, mentre tra i dipendenti si contano 221 casi positivi al tampone, come riportato da VicenzaToday. Focolai di coronavirus nelle case di riposo si registrano nelle province di Vicenza, Padova, Treviso, Belluno e Verona ed in particolare nel Veronese i dati forniti ieri riportavano 15 casi positivi tra gli ospiti e 2 decessi e 27 dipendenti contagiati.

Come all'esterno delle case di riposo, anche all'interno si cerca di isolare i casi positivi. E per quel che riguarda il personale, si cerca di tamponare le assenze attraverso operatori delle cooperative sociali, lavoratori dei centri diurni che sono chiusi fino al 3 aprile ed anche volontari della Croce Rossa.

I sindacati però lamentano una carenza dei dispositivi di protezione personale. Ieri, la Regione ha confermato che le case di riposo sono tra quelle strutture che hanno la precedenza nel rifornimento delle mascherine. Inoltre, ospiti e dipendenti saranno sottoposti a continui tamponi. E, infine, è stato anche sbloccato l’iter di formazione di oltre 400 operatori sociosanitari, introducendo per la prima volta l'esame abilitante in via telematica.

Tutto questo però potrebbe non bastare per i lavoratori dell'Istituto Assistenza Anziani di Verona, pronti allo sciopero. La protesta si dovrebbe tenere domani, 27 marzo, con i dipendenti che incroceranno le braccia negli ultimi due minuti del loro turno. E la motivazione è la mancanza di sicurezza. «Dopo un mese dall'inizio dell'emergenza, gli operatori lavorano senza mascherina chirurgica - scrivono i sindacati Fp-Cgil e Csa - Sono in dotazione al personale varie tipologie di mascherina fai da te, ma ancora oggi, nell’ente, illuminati responsabili, stanno chiedendo al personale di togliere le mascherine per non impressionare gli ospiti. Una vergogna che sarà denunciata alle autorità competenti in quanto trattasi di violazione alla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Non solo non viene rispettato l'obbligo di fornire le mascherine chirurgiche ai dipendenti che, in alternativa, dovrebbero mantenere la distanza di un metro ma le organizzazioni sindacali non vengono convocate nemmeno in videoconferenza, la formazione non viene fatta, non si rendono trasparenti i dati su positivi e i casi in isolamento. Sono poi in arrivo le mascherine della protezione civile, ma queste non sono a norma e non servono per proteggere i lavoratori e gli ospiti dal rischio di contagio».

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