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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Caccia ai cinghiali, in 3 anni i capi abbattuti passano da 122 a 499

Una vera "piaga" dell'economia veronese. Dati in Provincia sugli interventi a partire dall'annata 2010. I danni calcolati sulle coltivazioni e i pascoli vanno dai 70 ai 100mila euro

Dire che si hanno "proliferato" sembra un eufemismo: sono passati da 122 del 2010 ai 499 di inizio anno. Ormai non è più un problema, ma una vera e proprio "piaga" quella dei cinghiali a Verona. E stamattina nella sale della Provincia si è fatto il punto su tre anni di interventi. Attualmente il cinghiale è una specie abbondante in tutta la Lessinia ed è in espansione sul Baldo e nelle colline moreniche del lago di Garda. A partire dall’autunno 2010 è stata aperta in Lessinia la caccia del cinghiale su autorizzazione regionale. La Provincia di Verona è stata l’unica amministrazione del Veneto che ha scelto di perseguire questa strada per tutelare l'agricoltura e il territorio. All'incontro hanno partecipato i rappresentanti dei 14 Comprensori di caccia della Lessinia.

L'emergenza proliferazione della specie sul territorio veronese è testimoniata dai dati in cui emerge chiaramente l'incremento costante degli abbattimenti durante il periodo di caccia. Si è passati da 122 capi nella stagione 2010/2011 a 347 capi in quella successiva e addirittura a 499 cinghiale nel 2012/2013 (novembre-gennaio). In aggiunta, c'è stata anche l’attività di controllo con abbattimenti al di fuori del periodo consentito e in seguito a episodi di danneggiamento. Nel medesimo periodo sono stati abbattuti, rispettivamente, 43, 67 e 50 cinghiali.

LE STIME DEI DANNI - Al momento i danni denunciati, causati dai cinghiali alle colture agricole, ai prati e ai pascoli sono nell’ordine dei 70-100mila euro, anche se sicuramente tali valori sottostimano il reale impatto arrecato, in quanto non tutti gli agricoltori inoltrano la richiesta di risarcimento. Il cinghiale è oggetto di gestione da parte di piani a partire dal 1996, quando venne dato avvio al suo prelievo a seguito dei primi danni denunciati in Val d’Adige, ma fino al 2007 i prelievi sono risultati estremamente modesti. A partire dal 2007, a causa dell’espansione della specie e dei conseguenti danni prodotti, è stato attivato un piano di contenimento, che ha visto il supporto dei cacciatori, opportunamente abilitati dalla Provincia a seguito di un adeguato percorso formativo. Gli abbattimenti sono stati intensificati pur con qualche interruzione temporanea del piano.

LE REAZIONI - “La nostra Provincia - spiega l'assessore all'Ambiente e vicepresidente, Fabio Venturi -  è stata l'unica ad aver autorizzato la caccia al cinghiale da quando, nel 2010, la Regione Veneto ha dato il via, su sollecitazione del mio predecessore Luca Coletto che aveva duramente battagliato per riuscirci. Nonostante gli interventi finalizzati a contenerne la proliferazione, i danni sono ingenti e il diffondersi dell'animale rischia di diventare un problema urbano, non più limitato alle zone collinari e montuose, dato che iniziano a pervenire segnalazioni anche dalla città. Ai 500 esemplari abbattuti si aggiungono i 50 di quando la caccia è chiusa, tra febbraio e ottobre, in esecuzione del Piano di controllo dell'animale. In entrambi i casi, i cacciatori forniscono un valido aiuto alla comunità, e nel pieno rispetto delle regole imposte dalla Regione".

Continua Venturi: "Ribadisco, però, che da solo il Piano di controllo della specie non può risolvere il problema, restano alcuni nodi da affrontare, come ad esempio le lunghe procedure burocratiche che spesso scoraggiano gli agricoltori dal chiedere i risarcimenti. C'è poi la questione di un solo macello autorizzato in tutta la provincia in cui portare i capi abbattuti in periodo extra-caccia. Ne servirebbe un altro in Lessinia, dove inoltre sarebbe urgente anche la modifica delle regole per gli abbattimenti all'interno del parco. Gli agricoltori ci chiedono insistentemente di intervenire e, anche in questo frangente, ci stiamo muovendo per convincere la Comunità montana a farlo in fretta. La caccia al cinghiale potrebbe trasformarsi anche da noi, come in altre regioni, una opportunità per il turismo venatorio, in grado di incrementare il benessere e l'economia della zona”.

IN ALLEGATO LA SINTESI DELL'EMERGENZA CINGHIALI ELABORATA DALLA PROVINCIA DI VERONA
SINTESI Cinghiale (DOWNLOAD)

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