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Giovedì, 18 Aprile 2024

Facevano "rete" tra loro per rifornire di droga il Veronese anche durante il lockdown: fermati dai carabinieri

Si tratterebbe di 3 gruppi di distinti che hanno iniziato a collaborare tra loro per fronteggiare le restrizioni imposte per la pandemia di Covid-19: nel blitz di lunedì mattina sono finite in manette 9 persone, mentre altre 11 sono state arrestate nel corso delle indagini

Il lockdown portato dalla pandemia di Covid-19 aveva drasticamente ridotto il volume dei loro affari, oltre a rendere enormemente difficoltoso il traffico di droga da una zona all'altra, così i tre gruppi avrebbero deciso di collaborare per continuare a rifornire le rispettive piazze, ma sono caduti nella tela dei carabinieri. 
Il blitz dei militari della Compagnia di Verona infatti ha avuto luogo all'alba di lunedì 5 luglio, con la collaborazione del personale della Compagnia di San Bonifacio, delle unità cinofile di Orio al Serio e delle Squadre di Intervento Operativo del 4° Battaglione Veneto: complessivamente sono state eseguite 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Verona, nei confronti di 2 italiani, 6 albanesi ed 1 marocchino, ritenuti responsabili di un'importante spaccio di stupefacenti a Verona provincia. 

Verona

Nella conferenza stampa che si è tenuta alla Caserma Pastrengo, il comandante della Compagnia di Verona Stefano Caneschi e il luogotenente Luig Mazza, a capo della stazione cittadina, hanno spiegato che la vicenda ha preso il via circa un anno e mezzo fa con la perquisizione domiciliare operata nei confronti di uno degli arrestati. Quel giorno i militari fecero visita ad un cittadino marocchino residente nel quartiere di Porto San Pancrazio, trovando nella sua abitazione circa 75 mila euro e scoprendo in seguito che la stessa casa era di sua proprietà: ad accendere il sospetto degli investigatori il fatto che l'uomo non risultava avere una fonte di reddito. 
I carabinieri della stazione di Verona Principale si sono quindi messi all'opera per capire la provenienza di quel denaro, scoprendo che l'indagato poteva essere un’importante spacciatore di cocaina del Veronese. Si sono susseguiti dunque appostamenti e pedinamenti, grazie ai quali sarebbe stata ricostruita la rete di clienti dell'uomo, fatta di consumatori finali tra i quali però erano presenti anche pusher di livello inferiore, che a loro volta rivendevano parte della droga. 
Un'indagine, alla quale ha collaborato la Sezione Operativa di Verona, che avrebbe portato i militari a svelare questa ragnatela di spacciatori della provincia, che tra loro collaboravano per reperire droga nel momento di grande penuria causato dalle restrizioni del lockdown. Le attività dunque hanno portato gli investigatori nel quartiere Filippini, dove sarebbe stato individuato un cittadino albanese, fino a quel momento al di fuori dei radar delle forze dell'ordine: un pusher che, secondo i carabinieri, sarebbe stato in grado di smerciare anche 100 o 200 grammi di cocaina a settimana. 

San Bonifacio

E da quest'ultimo, le indagini avrebbero portato gli uomini dell'Arma al gruppo di San Bonifacio, composto da cittadini albanesi che fino ad allora vivevano "nell'anonimato". Si trattava infatti di persone con un lavoro che si erano ben mimetizzate nel tessuto sociale e che non destavano sospetti, ma che in realtà sarebbero stati in grando di acquistare anche 4 o 5 chili di cocaina la settimana. Con fonte di reddito regolare non avrebbero dunque destato particolari sospetti con il proprio tenore di vita, ma secondo i carabinieri si tratterebbe di criminali di livello superiore e con una struttura definita, come dimostrerebbe una scena raccontata dalle forze dell'ordine e vista durante il blitz, quando allo schiocco di dita del presunto capo del gruppo, un subalterno sarebbe corso a prendergli la valigia come a volerlo servire. 

Arresti

Oltre alle 9 persone arrestate nella mattinata del 5 luglio, altre 11 sono finite in manette nel corso delle indagini e 6 sono state denunciate a piede libero, sospettate di aver rivestito un ruolo minore e collaterale nelle attività di spaccio. Sequestrati complessivamente 2 chili di droga, per la maggior parte cocaina, ma non sono mancati nemmeno recuperi di hashish, marijuana e persino di pastiglie di ecstasy. Poste sotto sequestro anche importanti somme di denaro per un totale di 60 mila euro, un'auto ed uno scooter, entrambi di recente immatricolazione. 
Gli arrestati sono stati tutti accompagnati nel carcere di Montorio, tranne una donna che è stata condotta al carcere femminile della Giudecca di Venezia.

Spacciatori e clienti

I carabinieri sottolineano come l'operazione avrebbe portato alla luce una rete di pusher operante in provincia e ben radicata, capace di procurare diversi tipi di droga. Tra gli arrestati sono presenti inoltre 2 italiani, già noti alle forze dell'ordine per questo tipo di traffici, che collaboravano con questi gruppi di albanesi il cui core business era comunque rappaùresentato dalla cocaina. 
Per quanto riguarda i clienti, sono presenti tutte le fasce d'età, dai più giovani fino ai sessantenni. Anche la loro estrazione sociale sarebbe estramente variegata: da tossicodipendenti passati dal consumo di eroina al fumare la coca, fino a professionisti nei rispettivi settori. 

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