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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Dpcm natalizio: dalla zona gialla "rafforzata" allo sci, le messe in chiesa e i pranzi in famiglia

Gesù bambino dovrà nascere quest'anno entro l'orario di "coprifuoco"? Si può andare a sciare in Svizzera se gli impianti lì restano aperti? Sarà possibile spostarsi tra Regioni?

Il presidente dell'ISS Silvio Brusaferro è stato chiaro nell'ultimo intervento di presentazione dei dati epidemiologici in Italia: sarà un "Natale Covid" nel quale anche i momenti di condivisione e vicinanza dovranno essere pensati (e vissuti) attraverso il filtro delle restrizioni anti-contagio. Bene, o meglio, male, ma in ogni caso, quali saranno le regole che definiranno i contorni delle feste natalizie in Italia? Difficile dirlo con esattezza fino al giorno in cui il nuovo Dpcm sarà entrato in vigore, ma al momento filtrano alcuni elementi di novità circa le ipotesi in campo. Vediamo quali nel dettaglio.

Spostamenti tra Regioni

Oltre alle limitazioni previste sulla base delle differenti fasce di rischio, uno dei principali elementi di novità introdotti nel nuovo Dpcm potrebbe essere il cosiddetto "rafforzamento" della zona gialla. In sostanza, per il periodo più prossimo al Natale potrebbe essere introdotto il divieto di spostarsi tra Regioni differenti anche se appartenenti alla zona gialla. Dovrebbe essere fatto salvo il rientro al domicilio o residenza. 

Raggiungere le seconde case?

Il nuovo Dpcm dovrebbe consentire di raggiungere le seconde case solo nella propria stessa Regione di appartenenza e solo qualora sia considerata zona gialla. Resta da capire qualora in zona arancione una persona abbia una seconda casa nel proprio Comune se le sarà consentito raggiungerla. Ad oggi potrebbe farlo, ma non potrebbe raggiungere una seconda casa anche se interna alla propria Regione e però in un Comune diverso dal proprio.

Ristoranti e pranzi di Natale

I ristoranti e bar dovrebbero continuare ad essere aperti solo nelle Regioni zona gialla, ma secondo il principio di "rafforzamento" di quest'ultima, tali locali potrebbero dover restare chiusi anche a pranzo proprio nei giorni festivi come Natale e Santo Stefano. In merito ai momenti di convivialità familiare, cioè nelle abitazioni private dove veri e propri "divieti" non è possibile istituirli, bisognerà naturalmente attendere anzitutto le previsioni circa gli spostamenti, poiché è attorno alla possibilità o meno di raggiungere le abitazioni private (di parenti o persino amici) che tutto ruota.

In ogni caso, è assai probabile che il Governo introduca nel Dpcm quantomeno una «forte raccomandazione» a limitare i pranzi a pochi componenti, sei o al massimo otto persone. Al momento raggiungere un'abitazione privata di un parente fuori dal proprio Comune per fare una semplice visita è consentito solo in zona gialla (seppur sconsigliato), mentre in zona arancione è consentito (ma sconsigliato) solo all'interno del proprio Comune e, infine, in zona rossa è del tutto vietato, salvo che per situazioni di necessità, motivi di salute o lavoro.

Coprifuoco

L'orario di inizio del coprifuoco, ad oggi fissato alle 22, potrebbe essere soggetto di variazioni occasionali per fruire delle celebrazioni liturgiche, mentre pare sempre più difficile l'ipotesi di un allungamento in occasione del capodanno. Pertanto, se venisse confermato l'inizio del coprifuoco alle ore 22 fino alle 5 del mattino seguente, ci si troverebbe di fatto nell'impossibilità di uscire di casa dopo le 22 in qualunque Regione d'Italia indipendentemente dal "colore" e fascia di rischio (sempre salvo comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute). Anche le messe, comprese quelle alla vigilia del Natale, qualora non vengano previste deroghe specifiche potrebbero così dover rispettare gli orari di "coprifuoco" e quindi svolgersi unicamente entro le ore 22.

Negozi aperti e shopping

Nelle Regioni gialle e arancioni i negozi saranno aperti e dovrebbe anche essere allungato il loro orario di servizio fino alle 21 in modo da diluire gli ingressi e limitare gli assembramenti. I centri commerciali e i grandi magazzini potrebbero essere riaperti anche nel weekend. Per le Regioni in fascia di rischio rossa è invece difficile che si possano avere questo tipo di concessioni. 

Il tema dello shopping, naturalmente, si sposa con quello degli spostamenti. Ad oggi, in zona gialla ci si può spostare anche tra Comuni differenti liberamente, mentre in zona arancione vigono limitazioni alla mobilità intercomunale, salvo però che si debbano compiere acquisti in negozi che non siano presenti nel proprio Comune. Vi è poi l'indicazione interpretativa (non dunque una prescrizione esplicita), in questi casi specifici, di recarsi nel Comune comunque più vicino al proprio dove sia possibile soddisfare la propria situazione di necessità, qualora il nostro di residenza o domicilio non fornisca il tal servizio o veda la presenza del tal negozio dove compiere un acquisto.

Piste da sci e viaggi all'estero

Gli impianti sciistici dovrebbero restare chiusi e a ciò si lega evidentemente il tema dei viaggi all'estero, qualora non venga trovato un comune accordo tra tutti gli Stati europei, compresi Svizzera ed Austria. Il Governo parrebbe infatti intenzionato a stabilire l'obbligo di quarantena per chi farà ritorno da un qualunque Stato estero, il che ovviamente dovrebbe disincentivare i viaggi turistici nel caso qualcuno decida di fare una settimana bianca sulle alpi svizzere, poiché al ritorno dovrebbe farsi come minimo dieci giorni di quarantena obbligatoria.

Hotel aperti

Gli hotel come già oggi resteranno aperti, ma a fini turistici parrebbe potranno essere raggiunti solo se interni alla propria Regione di riferimento qualora questa sia considerata zona gialla. È evidente che in zona rossa, ma anche zona arancione seppur con deroghe ulteriori, il raggiungiumento di un hotel anche fosse all'interno della propria Regione sarebbe comunque sottoposto al vincolo sugli spostamenti vietati, salvo le «comprovate esigenze lavorative» (viaggio d'affari), i «motivi di salute» (sottoporsi a cure nella tal o tal'altra città), o ulteriori «situazioni di necessità». 

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