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Cronaca Castel d'Azzano

Un dosso irregolare fu la causa della morte: in due rischiano un anno di carcere

Eros Riparelli morì a Castel d'Azzano nel 2006 in sella alla sua Honda ma nel mirino dell'accusa ci sono il responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Castel d'Azzano e il titolare della ditta che ha eseguito i lavori del dosso

Chiesta dal pm la condanna ad un anno di reclusione per Graziano Fusini, responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Castel d'Azzano, e Firenzo Zambotto, titolare della ditta che ha eseguito i lavori del dosso che avrebbe portato alla morte di Eros Riparelli l'11 settembre 2006, mentre si trovava a bordo della sua moto, una Honda 400. 

In aula anche i genitri del ragazzo ad ascoltare arringhe e requisitorie dei difensori dei due imputati. Il tragico incidente, secondo gli inquirenti, è stato causato da un dosso non a norma di legge e ieri il pm Francesco Rombaldoni, davanti al giudice Luciano Gorra, ha mantenuto la propria opinione chiedendo la condanna di Fusini e Zambotto per omicidio colposo. I due infatti sono ritenuti responsabili sia della sua progettazione sia della della sua costruzione. 

Il pm ha affondato il colpo denunciando anche la scarsa segnaletica del dissuasore e affermando quindi che non era facile per lo sfortunato motociclista avvistarlo. I difensori dei due imputati hanno affermato che non era competenza dei loro clienti verificare la conformità del dissuasore alla normativa.

Ora si attende solo la sentenza che arriverà alla metà di luglio. 

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