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Cronaca San Michele / Via San Michele

Disordini nel carcere di Montorio: la Polizia Penitenziaria incontra il Vice Prefetto

Nel pomeriggio di lunedì si è tenuto un incontro tra le organizzazioni sindacali del personale della casa circondariale e la Prefettura: l'oggetto era ovviamente la situazione all'interno della struttura carceraria

Nel pomeriggio di lunedì, una delegazione UIL PA Penitenziari del Triveneto, congiuntamente alle altre organizzazioni sindacali, è stata ricevuta dal Vice Prefetto Vicario, il dottor Iginio Olita. 
"Abbiamo innanzitutto ringraziato il Prefetto per la sensibilità e l’attenzione dimostrata ai problemi che affliggono il carcere della città. - ha dichiarato Mauro Cirelli, Vice Segretario Regionale UIL Penitenziari -. Al dottor Olita sono stati elencati tutta una serie di problemi registrati in quest'ultimo periodo che generano tra il personale un forte senso di abbandono e di frustrazione, per il senso di debolezza e di inadeguatezza che si riverbera appunto sulla Polizia Penitenziaria. Abbiamo avuto modo di ripercorrere gli eventi critici delle ultime settimane che, nel giro di 24 ore, hanno determinato l’invio in ospedale di 24 agenti intossicati dal fumo appiccato all’interno delle celle dai detenuti, senza contare le aggressioni subite. Non abbiamo potuto esimerci, quindi, dal rilevare le inadempienze a tutti i livelli dell’Amministrazione penitenziaria rispetto alla “gestione dei detenuti” che risulta intempestiva e inefficace; infatti è impensabile che nei confronti degli autori e dei responsabili di eventi simili non siano assunti tempestivi provvedimenti di allontanamento dall’istituto, né tanto meno provvedimenti disciplinari esemplari. Il rischio è che il senso di impunità fare proselitismo".
Non solo la gestione dei detenuti, ma anche quella del personale presenterebbe vistose lacune dal punto di vista della salvaguardia dell’incolumità personale.
"La Polizia Penitenziaria quando sono appiccate le fiamme all’interno delle sezioni detentive – continua Cirelli – è costretta ad intervenire improvvisando le azioni e senza alcun dispositivo di protezione individuale. Non risulta sia stata effettuata alcuna attività di formazione utile a conseguire le indispensabili competenze, né tantomeno è stato istituito un protocollo per la sicurezza e la prevenzione incendi che “disciplini” come comportarsi in tali situazioni d'emergenza. Il paradosso potrebbe essere quello che la Polizia Penitenziaria intervenga d’impulso, improvvisando le azioni, e a seguito di ciò possa poi pagarne le conseguenze per imprudenza o imperizia. O addirittura non intervenga o lo faccia male e per questo essere accusata di omissione di soccorso".
Il Personale di Polizia Penitenziaria è preposto ad altre mansioni e compiti istituzionali, ma purtroppo, sempre più spesso, deve fronteggiare eventi critici senza aver ricevuto nessuna specifica formazione e secondo regole superate, secondo quanto affermano le organizzazioni sindacali.
"Le disposizioni di servizio – conclude il sindacalista della UIL – sono inattuali rispetto al modello detentivo attuato perché da una parte si chiede innovazione nei metodi di sorveglianza (dinamica, regime aperto) dall’altra gli ordini di servizio disciplinano ancora l’attività secondo i vecchi canoni della detenzione. Non è un caso infatti che la UIL da tempo esprime tutta la propria preoccupazione riguardo alla gestione del personale perché le novità introdotte, gestite in quella maniera non solo non sortiscono gli effetti sperati ma addirittura generano problemi e preoccupazioni”.
La delegazione UIL ha concluso il proprio incontro con il Prefetto chiedendo di valutare l’opportunità di convocare il Comitato Provinciale dell’Ordine e della Sicurezza, ponendo all’ordine del giorno le questioni rappresentate che oggi sembrano essere solo un problema interno al carcere ma in realtà potrebbero generare problemi anche all’ordine pubblico”.
Il Prefetto ha garantito il suo impegno rispetto alle questioni poste dalla UILPA Penitenziari.

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